Covid, scoperte varianti benigne. Vaia: «Non devono spaventare. Vaccini? Senza limiti d'età»

Domenica 9 Maggio 2021 di Lorenzo De Cicco
Covid, scoperte varianti benigne. Vaia: «Non devono spaventare.Vaccini? Senza limiti d'età»

«Arrivati a questo punto, con gli anziani vaccinati, è ridicolo fare distinzioni tra un 50enne e un 40enne. Negli open day bisogna dare le dosi a tutti, senza più fasce di età». Francesco Vaia, il direttore sanitario dell’istituto Spallanzani, non è stupito dai tanti che scartano AstraZeneca - «è colpa di una comunicazione balbettante, soprattutto da parte delle agenzie regolatorie» - ed è convinto che serva un’accelerazione ulteriore, per non sprecare le fiale rimaste nei super congelatori delle Asl. «Sarebbe un delitto tenere le boccette chiuse, tutti i vaccini approvati sono efficaci». Sulle varianti che si moltiplicano, l’invito è a mantenere la calma: «Non tutte le mutazioni peggiorano la situazione.

Anzi. Ne abbiamo appena tracciate alcune “benigne”, tra gli indiani rientrati: è un ceppo meno grave di quello prevalente nel nostro Paese». 

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Direttore, la Spagna festeggia la fine dello stato d’emergenza. Noi a che punto siamo?
«Tutti gli indicatori sono buoni, non badiamo solo all’Rt che ormai è superato. Il rapporto tra contagiati e tamponi è in calo, i ricoveri sono stati abbattuti. Questo fa ben sperare. Attenzione però, non è un liberi tutti, bisogna continuare a comportarsi correttamente per non lasciare sponde ai catastrofisti che già preconizzano la quarta ondata. Dipende da noi, la lotta al virus è di sistema, corale».

La campagna vaccinale per mesi è stata frenata dalla penuria di dosi. Ora accade il contrario: avanzano le fiale di AstraZeneca e Johnson & Johnson. Come se ne esce?
«Capisco i cittadini disorientati dalle comunicazioni altalenanti delle agenzie regolatorie, indicazioni a volte anche contraddittorie. Tra l’altro, le agenzie non dovrebbero raccomandare, ma stabilire... In ogni caso, tutti i farmaci hanno effetti collaterali, ma i benefici superano infinitamente i rischi, molto ridotti. La via ora sono gli open day. Per tutti, senza fasce d’età. Nel Lazio la Regione li vede con favore, il progetto è allo studio. L’unico tema è evitare gli assembramenti, va attivato un sistema di prenotazione. E vanno coinvolti i medici di base. Se questa pandemia ci ha insegnato una cosa è che va rafforzata la medicina di prossimità, servono più cure domiciliari. Anche per il Covid».

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Per esempio con i monoclonali a casa?
«C’è già un progetto per gli anticorpi a domicilio. I monoclonali, se la cura inizia subito, salvano vite».

A Roma è stata tracciata la variante sudafricana. E in questi giorni sono stati bloccati i voli dall’India. Che rischi vede nelle mutazioni del Covid?
«Il nemico è il virus, non le varianti. Le mutazioni ci aiutano a capire come avere strumenti sempre adatti a fronteggiare la pandemia. Ma non ci devono spaventare. La ragazza positiva alla sudafricana è in via di guarigione, la situazione è sotto controllo. Tra gli indiani abbiamo scoperto, col nostro sequenzimetro, alcune mutazioni “benigne”: meno gravi dal punto di vista della contagiosità e della patogenicità. Questo è positivo, significa che il virus può mutare in forme meno invalidanti».

Biden propone la liberalizzazione dei brevetti del vaccino. Crede sia un passaggio chiave per accelerare l’immunizzazione di massa?
«Io lo dico da gennaio. Parliamo sempre di un superamento provvisorio dei brevetti, a tempo, senza pretendere di trasformare Big Pharma in associazioni non profit. Credo e spero che il premier Draghi, con la sua autorevolezza, possa trascinare i leader europei in questa direzione. Condivido anche l’appello agli Usa per lo sblocco delle esportazioni. Con gli Stati Uniti dobbiamo dialogare, io stesso parlo con Anthony Fauci, il consigliere di Biden. Così come abbiamo rapporti, allo Spallanzani, con gli scienziati cinesi e russi. La ricerca e la medicina devono dialogare con tutti».

Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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