Se c’è una cosa che quasi due anni di pandemia ci hanno insegnato è che contenere il virus, spesso, è una questione di reattività. E così, anche se gli esperti sottolineano come sia «presto» per valutare l’impatto che la nuova variante del Covid scoperta in Sudafrica e rinominata “Omicron” potrà avere su contagi e ospedalizzazioni, ieri l’Europa ha già deciso di blindarsi, al pari degli Stati Uniti.
«Abbiamo proposto di attivare il freno di emergenza sui voli provenienti dall’Africa australe e tutti i paesi colpiti - ha spiegato ieri Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue -.
D’altronde il ministro Speranza, in serata ospite di Zapping su Radio1, ha spiegato come «sarebbe da irresponsabili non essere preoccupati» e ancora «si è scelta la linea della massima prudenza». «Siamo in una fase non semplice - ha aggiunto - il vaccino è la vera arma e quindi faccio appello a fare la prima dose e a prenotare subito la terza dose».
Variante Omicron, la trasmissibilità
La frenata dell'Oms
Un approccio cauto ribadito anche dall’Ema, l’Agenzia Ue per i medicinali, che ha stoppato la fuga in avanti delle aziende farmaceutiche sulla necessità di aggiornare i vaccini (rimarcata anche da von der Leyen: «I contratti dell’Ue affermano che devono essere adattati immediatamente alle nuove varianti man mano che emergono») dopo la dichiarazione di Pfizer che si è detta pronta ad rimodulare il suo farmaco in 100 giorni. L’Agenzia ha chiarito che «è prematuro» prevedere se per la nuova variante sudafricana è necessario un adattamento dei vaccini. Le informazioni attuali sono infatti insufficienti per determinare se questa variante si diffonderà in modo significativo e «fino a che punto potrebbe eludere l’immunità ricevuta con i vaccini».
Una prudenza che invece non può appartenere ai sismografi più recettivi del mondo: i mercati. I timori per la variante hanno infatti mandato al tappeto le Borse di tutto il mondo. A Piazza Affari il Ftse Mib ha ceduto il 4,6%, a Parigi il Cac40 il 4,7% e a Francoforte il Dax40 il 4,1%. Stesso discorso a Wall Street che non faceva così male da ottobre 2020, con il Dow Jones che ha perso il 2,5%. Le vendite hanno colpito quasi tutti i settori, a partire da banche e petroliferi, con il prezzo del greggio caduto a picco. Ma a causa delle restrizioni annunciate, i più penalizzati sono risultati i titoli del settore viaggi.
A crollare sono stati Boeing e le compagnie aeree. Mentre a risalire, con i titoli farmaceutici, sono stati Zoom (il software per le video-chiamate), Netflix e Peloton (una mini palestra domestica). Non proprio un bel segnale.
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