«Si raccomanda di intervenire rafforzando e innalzando le misure in tutto il Paese». Le varianti del Sars-CoV-2 ora spaventano davvero in Italia. Al punto che ieri, in meno di 24 ore, i campanelli d'allarme sono stati addirittura tre. Il primo a suonare è stato proprio quello dell'Istituto Superiore di Sanità che ha chiesto misure più stringenti per limitare la diffusione della mutazione inglese del Coronavirus.
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L'Europa
Il secondo monito invece, arriva dalla Unione Europea. L'Ecdc, cioè il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ieri ha valutato il rischio associato a un'ulteriore diffusione nei 27 stati membri, Italia inclusa, come «alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili». Non solo, il Centro ha anche sottolineato che i Paesi dovrebbero accelerare le campagne di vaccinazione perché le mutazioni hanno «maggiore trasmissibilità» e potrebbero «determinare una maggiore gravità della malattia». Il timore che la variante inglese ci trascini in uno scenario incontrollabile inizia a farsi strada e fa il paio con le dichiarazioni (contestate da politici e governatori della Lega Nord oltre che dagli imprenditori) rilasciate dal consigliere di Speranza Walter Ricciardi sull'opportunità di «un lockdown breve e mirato, di 2, 3 o 4 settimane». Lo stesso Ricciardi peraltro, è tornato sulla questione chiarendo che potrebbe anche lasciare: «Bene se posso essere utile con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e anche in Italia, altrimenti mi faccio da parte».
A suonare l'ultimo campanello d'allarme è invece il Comitato tecnico scientifico che, nel giorno in cui rischia di essere travolto dalle polemiche per aver chiuso all'ultimo gli impianti da sci, fa trapelare un resoconto dell'incontro tenuto venerdì scorso con il governo. Un faccia a faccia dai toni molto duri in cui gli esperti coordinati da Agostino Miozzo hanno chiesto, come risulta dal verbale, un «rafforzamento» e «incremento» delle misure. Sul tema ieri sera c'è anche stato un incontro tra il Cts, il ministro della Salute Roberto Speranza, la neo-ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini e, in rappresentanza delle Regioni, il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Una riunione in cui si è proprio fatto il punto sulla situazione attuale del Paese, spingendo la Gelmini a dichiarare: «La pandemia è ancora forte, non si può scherzare. Se è necessario fare scelte di rigore si fanno». In pratica non è detto che non si finisca con il sospendere ancora una volta la suddivisione a colori del Paese per tornare a misure diffuse calate dall'alto se i contagi lo richiedono.
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