La variante Delta dilaga anche in Libia dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 2854 nuovi casi di covid-19, il numero più alto dall'inizio dell'epidemia nel 2020.
Variante Delta in Libia, record di casi da inizio epidemia
I nuovi casi, ha dichiarato il responsabile del Comitato scientifico del Centro nazionale per il controllo delle malattie, sono il sintomo dell'arrivo di una terza ondata causata dalla presenza della variante Delta. Per cercare di fermare i contagi il governo di Tripoli ha chiuso scuole e università fino a nuovo ordine, fermato le frontiere aeree e terrestri con la Tunisia, e disposto per le amministrazioni pubbliche la limitazione al 25% dei funzionari in ufficio.
La Libia ha registrato in totale 204.090 casi confermati di covid e 3.240 morti. Sono poco più di 425.000 le persone vaccinate contro il covid secondo il piano nazionale di vaccinazione in un paese che conta circa 6,7 milioni di abitanti.
Rischio focolaio in hotspot migranti a Taranto
«Quello che si sta verificando in queste ore nell'Hotspot di Taranto è la cronaca di una tragedia annunciata: dei circa 300 migranti arrivati per essere sottoposti a quarantena, sono già stati riscontrati 33 positivi al covid che, ovviamente, si sono immediatamente confusi con gli altri. Vieppiù: ogni giorni sono tantissimi coloro che violano le restrizioni e si danno alla fuga abbattendo le recinzioni del Centro e forzando i servizi di vigilanza». Lo denuncia Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. «Nelle ultime ore - aggiunge - decine di migranti sono fuggiti dall'Hotspot, ma soltanto alcuni sono stati rintracciati e ricondotti al suo interno. In queste condizioni è a rischio la salute dei poliziotti e dei cittadini, poiché la fuga incontrollata di coloro che, nonostante la positività al covid, scappano dall'hotspot, rappresenta un moltiplicatore incontrollato dei contagi». «Ora più che mai è necessaria - conclude - un'inversione di marcia da parte di governo e ministero dell'Interno: le politiche messe in atto finora non stanno funzionando e se non si agirà in maniera concreta e repentina, quest'estate passerà alla storia come la peggiore in materia di gestione dei flussi migratori».
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