Variante Delta, allarme delle Regioni: «Pochi vaccini e il virus sta crescendo»

Mercoledì 23 Giugno 2021 di Mauro Evangelisti
Covid, «Cresce la variante Delta e a luglio meno vaccini»: l'allarme delle Regioni

Il mantra è: vacciniamo velocemente, con prima e seconda dose, perché così rallenteremo la diffusione della variante Delta. Ma le Regioni denunciano una realtà differente: per luglio le consegne di vaccini programmate parlano di un taglio sostanzioso delle dosi di Pfizer-BioNTech. Si passerà dai 3 milioni di dosi a settimana di giugno, a poco meno di 2 previste, sempre con cadenza settimanale, a luglio. Dice l’assessore del Lazio, Alessio D’Amato: «Nella mia regione significa che invece di 300mila, arriveranno circa 195mila dosi a settimana.

Garantiremo il rispetto delle prenotazioni comunque, ma come prima mossa, d’accordo con i pediatri di libera scelta, abbiamo deciso di rinviare a dopo Ferragosto le vaccinazioni dei ragazzi tra 12 e 16 anni. E l’obiettivo di arrivare al 70 per cento di laziali immunizzati l’8 agosto sarà mantenuto, forse però slitterà di qualche giorno». Secondo D’Amato i tagli di Pfizer hanno conseguenze serie perché ormai la vaccinazione italiana dipende quasi completamente da quel prodotto, «anche se il Lazio è riuscito a mantenere un maggiore equilibrio e stiamo usando anche altri vaccini».

Covid e vaccini, le proiezioni

Parole simili giungono dalla Lombardia, in particolare da Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale, che spiega: «Per AstraZeneca le fiale che ci daranno saranno sufficienti per le secondi dosi a chi ne ha diritto. Per gli altri tipi di vaccino, al momento abbiamo avuto notizie in modo informale dalla struttura centrale di Roma che nel corso del mese di luglio ci potrebbero essere delle riduzioni. Questo creerebbe problemi non solo alla Lombardia, ma soprattutto alle Regioni più virtuose che hanno una pianificazione a medio e lungo termine. Noi abbiamo 100 mila prenotazioni al giorno fino al 4 agosto. Se dovessimo ricevere forniture inferiori a questi quantitativi, ci sarebbero problemi. Siamo tutti consapevoli di questa problematica». L’assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, è stato tra i primi a mettere in guardia sul possibile taglio a luglio di «almeno il 30 per cento delle dosi di Pfizer». Ieri, all’indomani del vertice tra le Regioni e la struttura commissariale avvenuto il giorno prima, ha aggiornato i dati.

E sono in linea con quelli diffusi dal Lazio. Donini, che è anche coordinatore degli assessori alla Sanità nella conferenza delle Regioni, spiega: «La quantificazione del taglio è ancora oggetto di approfondimento, ma al momento si aggira sicuramente su una percentuale superiore al 40 per cento e non è escluso anche attorno al 50». In Puglia ieri mattina sono stati costretti a chiudere, temporaneamente, alcuni hub vaccinali perché erano terminate le dosi di Pfizer (arrivate poi nel pomeriggio), mentre per quelle di AstraZeneca, ancora nei frigoriferi, la richiesta è molto bassa. In sintesi: con questa frenata di Pfizer difficilmente si riuscirà andare oltre a una media giornaliera di 500-550mila iniezioni al giorno, l’obiettivo di 600mila viene messo da parte, anche perché ci sono stati altri due contrattempi: l’esplosione del caso AstraZeneca (ora riservato agli over 60) e la rinuncia di Curevac, un altro vaccino atteso per fine giugno, la cui sperimentazione è andata male. Ma Pfizer non sta rispettando i contratti?

CALCOLI

Dalle Regioni nessuno accusa la casa farmaceutica perché è noto a tutti che a giugno Pfizer aveva sì aumentato le forniture, ma anticipando una parte delle dosi promesse per luglio. Il calcolo complicato che cerca di mettere insieme previsioni, consegne reali, dosi anticipate, invii il 30 giugno che non si sa se conteggiare su luglio, fa sì che le cifre diffuse dalle Regioni non coincidano con quelle della struttura commissariale che, al contrario, anche ieri ha parlato di una diminuzione quasi irrilevante della consegna dei vaccini a mRna (Pfizer ma anche Moderna) per luglio.

Spiegano all’ufficio del commissario: «Sono circa 13,2 milioni le dosi di Pfizer utilizzabili nel mese di giugno, a cui andranno aggiunte 2,1 milioni di Moderna, per un totale mensile di vaccini a Rna messaggero pari a 15,3 milioni. Per il mese di luglio, sempre con riferimento a Pfizer e Moderna, è prevista la disponibilità di un quantitativo di circa 14,5 milioni di dosi che assicureranno anche le vaccinazioni eterologhe». Resta però una certezza: l’accelerazione della doppia iniezione, per alzare un muro contro la variante Delta, non ci sarà.
 

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 16:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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