Vaccino Wrair, esercito Usa sviluppa nuova tecnologia contro varianti Covid e future pandemie

Sabato 10 Aprile 2021
Vaccino Wrair, esercito Usa sviluppa nuova tecnologia contro varianti Covid e future pandemie

Mentre nel mondo la campagnia vaccinale di massa più grande della storia avanza grazie ai farmaci immunizzanti prodotti da case farmaucetiche private, negli Stati Uniti si procede, nel silenzio dei laboratori militari, allo sviluppo di un vaccino ad opera dell'esercito nazionale Usa. Un prodotto con tecnologie di ultima generazione, pensato per combattere le varianti del virus Covid e persino per poter fronteggiare furure pandemie. L'US Army ha iniziato la sperimentazione su umani a partire dallo scorso 6 aprile. Il lavoro dei militari, secondo quanto riporta l'ABC, avrebbe avuto inizio a partire dal gennaio 2020 quando il virus Covid-19 venne sequenziato la prima volta. Ma l'obiettivo del team di ricerca non era quello di mettere in campo il vaccino prima delle altre case faramaceutiche, ma di pensarlo con uno sguardo verso il futuro concentrandosi sulle minacce per le prossime generazioni. «Questo richiede un po' più di tempo nella progettazione e poi nella produzione», ha detto il dottor Kayvon Modjarrad,  direttore del ramo emergente delle malattie infettive del Walter Reed Army Institute of Research (WRAIR) in Silver Spring, nel Maryland.

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«Anche se abbiamo ottenuto i (vaccini disponibili ) entro un anno, quante centinaia di migliaia di persone negli Stati Uniti e quanti milioni di persone nel mondo hanno perso la vita prima ancora che il vaccino fosse disponibile?» ha detto Modjarrad in un'intervista all'ABC News. «Vogliamo arrivare a un punto in cui il vaccino sia già disponibile, forse già nelle braccia delle persone, prima che si verifichi la prossima variante, il prossimo flusso, la prossima specie di coronavirus». «Vogliamo vincere questa battaglia, ma vogliamo anche vincere la lunga guerra» ha aggiunto. 

La nuova tecnologia

I vaccini ad oggi autorizzati e presenti sul mercato USA funzionano alimentando le istruzioni genetiche del corpo per creare la proteina spike che si trova sulla superficie del virus. Con la creazione di questa proteina, il sistema immunitario viene allertato e inizia a formare anticorpi, simili a quelli prodotti dopo aver contratto il virus. Il vaccino WRAIR, invece, portando la proteina spike già formata direttamente nel corpo insieme a un composto adiuvante di potenziamento immunitario, avvia rapidamente la risposta anticorpale e salta le fasi di istruzione e di creazione. WRAIR presenta nanoparticelle dall'aspetto virale, ciascuna con una matrice coerente di 24 proteine ​​spike disposte in piccoli mazzi di tre che sporgono da una base di ferritina. «Ci sono molte teorie sul perché qualcosa presentato in questo modo dia una risposta immunitaria così buona, ma in qualche modo puoi vedere che sembra anche un virus», ha detto Modjarrad. «Quindi ha alcune proprietà che educano la risposta immunitaria in un modo che dia una risposta molto forte, ma anche ampia».

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Sperimentazione e conservazione

Sebbene non ci siano ancora dati sulla sperimentazone umana del vaccino, i risultati dei test di laboratorio su animali sembrerebbero promettenti. «Pensiamo che (altri) vaccini saranno probabilmente protettivi contro nuove varianti, ma potrebbero essere meno efficaci nella loro protezione", ha detto Modjarrad. «Quello che abbiamo visto finora con il nostro vaccino negli animali ... è che l'efficacia del vaccino non è affatto diminuita contro quelle varianti.

Ed è efficace contro altri coronavirus come la SARS-1. Quindi quello che abbiamo sviluppato ora comincia a sembrare un vaccino pan-SARS ... e inizieremo a testare tutto il resto». Nel caso in cui il vaccino WRAIR sia adottato su larga scala, non si esclude un suo eventuale uso come richiamo ad altri vaccini. «Hanno alcuni dati molto precoci che suggeriscono in laboratorio che la risposta immunitaria evocata da questo vaccino coprirà una varietà di ceppi diversi», ha detto il dottor William Schaffner, professore di medicina preventiva e malattie infettive alla Vanderbilt University di Nashville. «Se questo si traduca effettivamente in protezione nelle persone contro la varietà di ceppi - resta da determinare. Lunghi viaggi, primi passi».

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WRAIR è pensato, in un'ottica militare, per esere pratico nella sua gestione e utilizzabile su scala mondiale. Ed  per questo che la sua conservazione non richiederebbe temperature particolarmente basse. «Ciò significa che puoi metterlo in una borsa frigo sul retro di una motocicletta in Amazzonia o nel Sahara o ovunque, e quel vaccino dovrebbe essere ancora ok», ha detto il direttore Modjarrad.

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