Vaccino Covid, allarme allergie: a rischio uno su 100mila

Giovedì 10 Dicembre 2020 di Graziella Melina
Vaccino Covid, allarme allergie: a rischio uno su 100mila

ROMA Niente vaccino anticovid in Gran Bretagna per chi soffre di allergie. La decisione dell’autorità nazionale di controllo sui farmaci (Mhra), presa in via precauzionale dopo che due operatori sanitari hanno avuto reazioni allergiche al vaccino Pfizer, ha creato non pochi dubbi tra chi deve fare i conti con qualche forma di allergia ma spera di poter fronteggiare il Sars Cov 2 con la protezione vaccinale in arrivo presto anche in Italia.

E ulteriore allarme ha creato il furto di documenti legati al vaccino Pfizer-BioNtech in un cyber attacco contro l’agenzia europea del farmaco (Ema). «È importante sottolineare che né il sistema BioNtech né quello di Pfizer sono stati hackerati in relazione a questo incidente e che non abbiamo conoscenza dei dati personali che sarebbero stati violati», precisa la casa farmaceutica.

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AVVERTIRE IL MEDICO
La questione delle malattie allergiche non è di poco conto. Rinite, asma, allergia alimentare, dermatite atopica colpiscono il 10-15% della popolazione europea, in ogni fascia di età. In Italia, il problema per il momento non si pone: prima di dare il via al piano vaccinale, le autorità devono infatti attendere l’autorizzazione dell’Ema. Intanto, però, assicurano gli esperti, il vaccino anticovid possono farlo anche le persone con allergie. L’importante è comunicare il proprio stato di salute al medico che dovrà effettuare la profilassi. «Come per tutti i vaccini - spiega Paola Migliorini, direttrice della scuola di specializzazione in Allergologia e immunologia clinica dell’Università di Pisa - il rischio è rappresentato da reazioni immediate, ossia entro pochi minuti oppure un’ora dalla somministrazione; hanno gravità variabile da reazioni locali fino a reazioni sistemiche come l’anafilassi. Sono possibili anche reazioni ritardate, dopo 24-48 ore, nella massima parte non gravi». Il rischio principale è «la reazione immediata sistemica, l’anafilassi appunto, che comporta ipotensione e difficoltà respiratoria fino alla perdita di coscienza. Il rischio esiste per persone che hanno avuto reazioni allergiche a vaccini, alimenti o farmaci e in genere per quanti hanno una prescrizione per adrenalina».

Le reazioni allergiche ai vaccini sono rare e in particolare la forma grave, l’anafilassi, si verifica in meno di una persona su 100mila vaccinati. La questione delle possibili allergie ad alcuni eccipienti o stabilizzanti contenuti nei farmaci, del resto, non è nuova. «Tutti i vaccini possono dare reazioni allergiche - ribadisce Francesca Larese Filon, allergologa dell’università di Trieste - dipende dagli eccipienti, dalle sostanze che lo costituiscono, da come è stato prodotto. Quindi non ci stupisce che due persone in Gran Bretagna abbiano avuto reazioni allergiche. Si tratta di capire quanto siano frequenti e verso che tipo di prodotto si formano queste reazioni. In genere, si tratta di eventi rari. In ogni caso è bene che le vaccinazioni vengano fatte in ambiente medico, dove i pazienti attendono 15 -20 minuti, e così si può valutare l’eventuale insorgenza di reazioni allergiche».

 


PROBLEMI RISOLVIBILI
Niente paura, dunque, per chi si vaccinerà. «Non si sta parlando delle comunissime allergie verso acari o verso sostanze ambientali, ma di forme più rare che riguardano o alimenti o farmaci, quindi molecole meno frequenti - ribadisce Enrico Maggi, past president della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica e professore onorario di medicina interna dell’Università di Firenze - In questo caso si tratta di sensibilizzazioni minimali verso allergeni minori. È bene ricordare che qualunque vaccino può dare questo tipo di problemi che sono comunque risolvibili». Per evitare sorprese è bene dunque non sottovalutare il reale stato di salute della persona che si sottopone al vaccino. Poi spetterà al medico curante o all’allergologo decidere come effettuare la vaccinazione nei soggetti a rischio. «La difficoltà potrebbe essere quella di fare un’anamnesi precisa sulle sensibilizzazioni che il paziente può avere - ribadisce Maggi - Allora, in quel caso, conviene effettuare una premedicazione. Qualunque medico, infatti, è in grado di mettere in atto contromisure che servono per risolvere il problema delle eventuali reazioni allergiche».

Ultimo aggiornamento: 17:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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