Nessun dubbio. Il vaccino è efficace e protegge dall'infezione dal virus. Non è scontato raccontarlo, neanche a un anno e mezzo dall'inizio della pandemia. E lo ha specificato ancora una volta anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Covid: «Il vaccino protegge eccome dall'infezione da Sars-CoV-2 - ha detto durante un intervento a "L'aria che tira-Estate" su La7 -. Qualsiasi vaccino tra quelli approvati protegge in più del 95% dei casi da malattia grave e in percentuale anche più alta dalla patologia fatale.
Variante Lambda, la mutazione del Covid più resistente ai vaccini
«Non esercitare la cura della paura»
L'appello dell'esperto è a non esercitare quella che definisce la «cura della paura». I vaccini, ha ribadito, «sono stati approvati senza saltare passaggi e sono estremamente sicuri e peraltro dopo la loro approvazione rimangono comunque in atto tutte le misure di farmacosorveglianza che servono a intercettare eventuali segnali di preoccupazione. È da lì che ne è derivata la scelta di raccomandare preferenzialmente per esempio l'uso di AstraZeneca dopo i 60 anni. Ma i vaccini sono straordinariamente sicuri. Il fatto che si vada avanti in quei meccanismi di vaccinovigilanza per acquisire più follow up è un'ulteriore testimonianza dell'attenzione. Ma questo nulla toglie alle evidenze, su numeri enormi, di quanto riesce a garantire il vaccino senza provocare problemi. Pensiamo che solo in Italia oggi siamo a 71,7 mln di dosi somministrate. Vediamo di non alimentare paure immotivate».
La terza dose di vaccino
A proposito dell'eventuale terza dose di vaccino, per Locatelli «ha un suo forte razionale scientifico per i pazienti che hanno un'alterata funzionalità del sistema immunitario», come «chi ha una patologia oncologica o oncoematologica, piuttosto che i riceventi di un trapianto di organo solido, giusto per citare due di queste categorie».
Invece «per la terza dose nei soggetti fragili per patologia concomitante o ragioni anagrafiche credo che il discorso vada affrontato in una prospettiva un po' diversa. Noi non sappiamo compiutamente quanto dura la protezione immunologica, certamente sappiamo che arriva a 9 mesi, ma molto probabilmente si estende anche di più. Quindi, se e quando sarà necessaria una terza dose è tutta una questione da discutere e analizzare in maniera precisa, anche perché non dimentichiamoci che abbiamo ancora popolazioni che devono completare il ciclo vaccinale».