I vaccini stanno - per ora - arginando il fiume dei casi di chi torna dalle vacanze contagiato. Prendiamo i ricoveri nelle terapie intensive e negli altri reparti: un paziente Covid su 4 è in Sicilia. Anche ieri è stata l’unica Regione oltre i mille casi. L’Isola, nelle ultime settimane, è stata invasa di turisti arrivati dal resto di Italia e, di fronte al dilagare del contagio, ti aspetti una conseguente moltiplicazione dei “casi di ritorno”.
Contagi, i turisti e “i casi di ritorno”
«Eppure, per ora - osserva il dottor Enrico Di Rosa, dirigente del servizio igiene pubblica dell’Asl Roma 1 - i casi di ritorno sono in numero limitato e quei pochi sono tra i minori, anche bambini, per i quali non c’è un vaccino autorizzato. Ecco, la differenza rispetto all’anno scorso la stanno facendo i vaccini. Però mi faccia ripetere “per ora”, perché dobbiamo aspettare un paio di settimane prima di parlare di pericolo scampato». E dunque: “per ora” anche dalla Liguria, dal Veneto, dall’Emilia-Romagna e dall’Abruzzo, per citare solo alcune Regioni, non ci sono numeri alti di persone tornate positive dalle vacanze. Sembra quasi che in Sicilia il virus stia correndo più tra i siciliani che tra i turisti, anche a causa del fatto che i cittadini di quella Regione hanno una delle più basse coperture vaccinali di Italia.
E i ragazzini che nel 2020 rientravano da playa d’en Bossa o da Mykonos contagiati? Ci sono, magari hanno cariche virali rilevanti a causa delle diverse caratteristiche della variante Delta, ma non sono il fenomeno inarrestabile che si temeva. Come è possibile? Oggi per tornare dagli altri paesi europei bisogna essere vaccinati o, in alternativa, è necessario eseguire il test antigenico prima di salire sul volo di ritorno. Se risulti positivo, resti in quarantena nella località in cui sei stato in ferie. «In questo modo - analizza il professor Vittorio Sambri, dal punto di osservazione della Regione Emilia-Romagna - una parte consistente dei contagi in vacanza viene o evitata dal vaccino o intercettata prima del ritorno dal test antigenico. Sulle cariche virali alte invece sarei prudente, perché ancora manca una taratura omogenea dei test, che quasi mai sono quantitativi. Ciò che invece è importante osservare è che, quanto meno per quella che è la nostra esperienza in Emilia-Romagna, i vaccini stanno limitando in modo sostanziale il numero dei contagiati e dei ricoveri».
DIFFERENZE
Tutto questo avviene nonostante la variante Delta, perché quando si fanno i confronti tra i numeri dell’estate 2020 e quelli dell’estate 2021, non si può dimenticare che il nemico con cui combattiamo non è lo stesso, è molto più pericoloso, anche rispetto alla variante inglese: presenta un R con zero, dunque una capacità di trasmettersi da una persona ad altre, compreso tra 6 a 8. Sicilia, Sardegna e Calabria - regioni turistiche - stanno avendo un numero elevato di contagi e di ricoveri, ma in proporzione non c’è un effetto rimbalzo sui turisti che tornano a casa. Siamo sicuri però che il peggio non debba ancora arrivare?
INDICE DI TRASMISSIONE
Alessio D’Amato, assessore laziale alla Sanità, è fiducioso: «Ad oggi il nostro Rt, l’indice di trasmissione, è attorno a 0,80, dunque ben al di sotto di 1, perché vi sia un forte aumento dei casi positivi, con un dato di partenza di questo tipo, solitamente trascorrono 30-45 giorni. Vero è che la Delta ha cambiato lo scenario e che presto ci sarà anche la riapertura delle scuole, però le vaccinazioni ci garantiscono un importante scudo protettivo».
Resta però un dato, a livello nazionale, che continua a essere drammatico: il numero dei morti per Covid. Ieri sono stati 69, ma anche in questo caso c’è la situazione della Sicilia a colpire, visto che 27 sono stati registrati nell’Isola (o quanto meno notificati, non è detto che tutti i decessi risalgano alle 24 ore precedenti): è il 40 per cento del totale italiano.