Mentre il Covid continua a mietere vittime in Cina, la popolazione corre ai ripari cercando disperatamente un medicinale che - secondo alcuni studi - sarebbe in grado di prevenire l'infezione da coronavirus. Si tratta dell'acido ursodesossicolico (Udca), da molti anni utilizzato per il trattamento di calcoli alle colecisti e sabbia biliare. Inutile dire che il farmaco è già introvabile in Cina, mentre le case farmaceutiche in grado di produrlo sono letteralmente esplose alla Borse di Shangai.
Il principale produttore al mondo del principio attivo di questo farmaco è la Ice (Industria Chimica Emiliana) di Reggio Emilia: un'azienda italiana, fondata nel 1949 come impresa familiare e rilevata nel 2019 dal fondi d'investimento Advent International.
Il farmaco italiano che va a ruba in Cina
In Cina i medici prescrivono ai propri pazienti l'Udca dopo l'uscita di uno studio su Nature, pubblicato da due ricercatori dello Stem Cell Institute di Cambridge, Teresa Brevini e Fotios Sampaziotis. Secondo la ricerca, ancora in fase iniziale, la molecola sarebbe in grado di prevenire il Covid e mitigarne i sintomi. Gli stessi autori hanno sottolineato come non ci siano prove conclusive sull'Udca, così come il suo utilizzo sarebbe in ogni caso da accompagnare alla vaccinazione e da dedicare ai pazienti più fragili. Tutto ciò, come è facile intuire, in Cina non sta accadendo.
La Cina, che non ha voluto importare i vaccini occidentali e che nel 2020 bloccò l'export dei suoi farmaci, ora è alla disperata ricerca di Udca. Ma in Italia, per fortuna, nessuno pensa di bloccarne l'export.
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