Tumori, in Italia 19 mila malati di cancro non hanno seguito le terapie nell'anno del Covid: «Bisogna istruirli»

Lunedì 21 Giugno 2021
Allarme degli oncologi su terapie non seguite dai malati di cancro

La pandemia di Covid-19 ha peggiorato l'aderenza dei malati di cancro ai trattamenti. Sono circa 19 mila coloro che, quest'anno, non hanno trattato autonomamente, con terapie orali, le proprie patologie oncologiche. Un dato che cresce rispetto al periodo pre-Covid, quando già il 50% delle pazienti alle quali era stata prescritta una terapia endocrina non l'aveva mantenuta a 5 anni. «Un fenomeno preoccupante, quello dell'assenza o scarsa aderenza alle cure, che merita maggiore attenzione da parte degli specialisti medici e dei caregiver, oltre che dei pazienti». È l'allarme lanciato dagli oncologi durante un webinar promosso e organizzato dalla Fondazione Insieme contro il cancro (Icc), in collaborazione con il Comitato italiano per l'aderenza alla terapia (Ciat).

«Le terapie orali sono sempre più importanti- afferma Francesco Cognetti, presidente Icc - e utilizzarle per il trattamento di molte patologie oncologiche, in una fase così complessa dominata dal Covid, può ridurre gli accessi e i costi ospedalieri e impattare positivamente sulla qualità di vita di malati e caregiver». Spesso tuttavia l'assunzione autonoma dei farmaci non viene eseguita correttamente e regolarmente per una sottovalutazione dei rischi o per paura degli effetti collaterali«È lo stesso fenomeno riscontrato nella metà dei pazienti cronici colpiti da malattie come diabete, ipertensione o ipercolesterolemia», osserva Cognetti.

Ma «nella gestione del cancro questo può avere effetti molto gravi - avverte - Per esempio, nel carcinoma della mammella, se l'aderenza alla terapia endocrina adiuvante è inferiore all'80%, aumenta il rischio di recidiva o scarsa sopravvivenza. È quindi evidente che bisogna alfabetizzare gli oltre 3 milioni di persone che nel nostro Paese vivono con una diagnosi di tumore».

Gli oncologi: il paziente malato di cancro deve essere istruito sulla cura da seguire e i professionisti sanitari devono comunicare tra loro

«Le terapie oncologiche orali oggi disponibili sono facili da assumere e mediamente risultano ben tollerate, anche se a volte possono essere associate a importanti effetti collaterali - sottolinea Massimo Di Maio, segretario nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - L'aderenza alla terapia è non ottimale soprattutto quando si verificano effetti collaterali. L'aspetto prioritario sul quale dobbiamo intervenire è una corretta e precisa comunicazione con il paziente e una più attenta e tempestiva gestione delle tossicità legate alle cure».

«È fondamentale informare e preparare il malato sui comportamenti che deve adottare in caso di tossicità legate ai trattamenti - evidenzia l'esperto - Per favorire l'aderenza alle terapie è poi necessaria una maggiore collaborazione tra le diverse figure professionali coinvolte: oncologi, farmacisti e infermieri. Per esempio, nell'ospedale dove lavoro, il Mauriziano di Torino, è attivo da un paio di anni un ambulatorio che vede la presenza fisica e simultanea di oncologi, farmacisti e infermieri. Si tratta di un progetto pilota che ha portato a primi ed interessanti risultati».

«Ogni anno in Italia oltre 188 mila over 70 sono colpiti da una forma di cancro - ricorda Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani - Il paziente oncologico è spesso anziano e polipatologico e deve prendere contemporaneamente diversi farmaci. Grande è quindi il pericolo di commettere errori di assunzione delle varie terapie o di avere una minore aderenza. Esistono poi problemi di possibili interazioni farmacologiche. Una più stretta collaborazione tra i vari professionisti sanitari - esorta - deve diventare una consuetudine nell'interesse sia dei malati che dell'intero sistema sanitario nazionale».

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Ultimo aggiornamento: 15:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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