Test sierologici al via, due settimane per avere la mappa del virus. Gli esperti: «Capiremo dov'è nascosto il Covid»

Martedì 26 Maggio 2020 di Graziella Melina
Test sierologici al via, due settimane per avere la mappa del virus. Gli esperti: «Capiremo dov'è nascosto il Covid»

Quanti siano realmente i contagiati da Covid, persino se inconsapevoli, non sarà più un enigma. Da ieri è iniziata l'indagine di sieroprevalenza voluta dal governo e organizzata dal ministero della Salute, dall'Istat, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana. Saranno sottoposte ai test sierologici ben 150mila persone. In Lombardia, dove l'epidemia ha causato il maggior numero di morti, se ne effettueranno oltre 30mila. Nelle altre Regioni si supereranno i 10mila: in Veneto 13mila, 12mila in Emilia Romagna; oltre 11mila in Campania, Lazio e Sicilia; 10mila in Piemonte. In tutte le altre se ne eseguiranno oltre 4mila.

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LE FASCE DI ETÀ
«Questa indagine - spiega Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità - permette di determinare il numero delle persone che hanno avuto un incontro con il nuovo coronavirus e si sono infettate, di avere valutazioni diversificate su base territoriale, e di comprendere la diversa infettabilità delle differenti fasce di età. Sarà possibile capire cioè se i bambini non solo sviluppano una malattia molto meno severa, ma magari si infettano anche meno».
I test, che garantiscono un margine di errore molto basso - hanno il 95 per cento di specificità e oltre il 90 per cento di sensibilità - serviranno anche a definire «la quota dei soggetti asintomatici o pauci sintomatici, cioè quelli che hanno incontrato il Sars cov 2 o senza sviluppare del tutto sintomi, o sviluppando sintomi assai modesti, tanto che non se ne sono quasi accorti». I risultati ottenuti saranno utili poi per calcolare «più compiutamente il tasso di letalità associato all'infezione da nuovo coronavirus». Il campione delle persone scelte è composto da un gruppo di 150mila persone rappresentative dei 60 milioni di italiani. «Questa scelta - spiega il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo - è stata fatta con criteri statistici che garantiscono la rappresentatività e che vengono fatti rispettando criteri di stratificazione». Il campione cioè è «rappresentativo della popolazione rispetto ad alcune caratteristiche quali sesso, età, distribuzione territoriale e collocazione economica». È insomma «una specie di fotocopia ridotta, ha cioè le stesse caratteristiche dell'originale allargato: se c'è una certa percentuale di anziani, di giovani al Nord e al Sud, il campione cerca di riprodurlo. I dati - assicura Blangiardo - saranno trattati in modo assolutamente anonimo, garantito, rispetto a tutte le norme sulla privacy, sia riguardo alla raccolta sia all'utilizzo. Una volta raccolti verranno trasferiti su una piattaforma, controllati e verificati. In una quindicina di giorni dovremmo essere in grado di riuscire a portare a casa il risultato completo».
Alla Croce Rossa italiana (Cri) spetterà il compito di effettuare la maggior parte dei test. «Le persone selezionate potrebbero essere contattate da un nostro volontario da un numero di telefono che comincia con 065510 - precisa Michele Bonizzi, responsabile dell'area salute della Cri - A questo punto, se si accetterà di partecipare allo studio verrà proposto un questionario molto semplice, al termine del quale verrà preso appuntamento presso il punto di prelievo predisposto dai Comitati territoriali o direttamente dalle Sanità regionali». Dopodiché, il sistema sanitario regionale si occuperà di processarlo e produrre un risultato clinico di laboratorio.

IL PATENTINO
Dall'indagine, però, non sarà possibile comunque ottenere informazioni per il cosiddetto patentino di immunità. «Noi misuriamo una risposta anticorpale genericamente definita e non una risposta che fa riferimento ai cosiddetti anticorpi neutralizzanti», precisa infatti Locatelli, che alla fine ammette con soddisfazione: «La Germania, che pensava di condurre un test analogo su 20mila soggetti, alla fine ha scelto una dimensione campionaria assolutamente sovrapponibile alla nostra.

Essendo stati il primo Paese occidentale investito dal problema, per tante scelte intraprese quanto meno abbiamo rappresentato un po' un modello di riferimento».

Ultimo aggiornamento: 14:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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