Vaccino, dose booster annuale «per i prossimi due o tre anni»: l'ipotesi sul modello anti influenzale

Il vaccino anti Covid nei prossimi anni potrebbe essere somministrato insieme a quello anti influenzale

Domenica 7 Novembre 2021
Vaccino, dose booster annuale «per il prossimo futuro»: l'ipotesi sul modello vaccino anti influenzale

La quarta ondata Covid torna a far paura in Europa e mentre in Italia e nel resto del mondo si procede con la somministrazione terza dose di vaccino, negli Stati Uniti la Cdc consiglia già una quarta dose per le persone immunocompromesse. «Non è escluso che, per questo tipo di pazienti che potrebbero non rispondere bene alla vaccinazione, una quarta dose possa essere necessaria o considerata già ora», ha fatto sapere l'Ema.

Ma quanti richiami di vaccino anti Covid dovranno essere somministrati prima di sconfiggere la pandemia? C'è un limite alle dosi booster? Secondo la Pharmacy Guild australiana, organismo nazionale che rappresenta il settore farmaceutico, gli australiani riceveranno dosi di richiamo per diversi anni a venire, con iniezioni annuali che diventeranno parte integrante del programma di vaccinazione nazionale.

 

Ipotesi dose booster insieme al vaccino anti influenzale

Il presidente della Pharmacy Guild Trent Twomey australiana ha affermato che ci sarebbe bisogno di dosi di richiamo «per il prossimo futuro» per proteggere gli australiani dal coronavirus. «La domanda è quale booster e quale intervallo abbiamo bisogno per ottenere quel richiamo, che sia ogni sei, nove o 12 mesi. Tali decisioni devono essere basate su prove e fatti e al momento questo è uno spazio in evoluzione», ha affermato.

Twomey ha aggiunto che «probabilmente ci vorrà fino al 2023 fino a raggiungere una sorta di programma di vaccinazione allo stato stazionario» che comporterebbe una vaccinazione di richiamo annuale per la popolazione, proprio come il vaccino antinfluenzale è diventato annuale. «Col tempo tratteremo il Covid come molti altri virus che esistono da decenni e un vaccino contro il Covid-19 sarà solo un altro elemento del programma di vaccinazione australiano».

 

«Non ci sono problemi nel continuare con le dosi»

«Non ci sono problemi nel continuare con le dosi anzi, più si fanno richiami più ormai siamo sicuri di non avere reazioni avverse particolari». Così in una recente intervista al Messaggero il professor Andrea Grignolio del CNR-Ethics che insegna Storia della medicina e Bioetica presso l'Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano, si era espresso in merito alla possibilità di ulteriori richiami di vaccino anti Covid.

«Ci sono tanti vaccini come quello tetatinico, che facciamo da quasi 100 anni, di cui sappiamo che ogni 6/8 anni è bene fare un richiamo». «Non vedo francamente un limite al numero dei richiami, l'importante è farlo basandosi sulle prove. Non ci sono dati degni di nota per preoccuparsi nell'aumentare il numero di richiami», ha aggiunto.

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Secondo Grignolio, nonostante la terza dose di vaccino sia pensata per essere definitiva, l'insorgenza di varianti non fa escludere la possibilità di un richiamo annuale contro il Covid: «È atteso che la terza dose sia definita ma dato che è un virus particolarmente diffusivo è probabile che si manifestino ulteriori varianti col passaggio del virus tra sacche di popolazione poco o per nulla vaccinate e quindi se poniamo tra un anno, un anno e mezzo, dovessimo fare un richiamo per nuove varianti, la cosa non desterebbe particolare preoccupazione».

Tra le ipotesi avanzate dagli esperti quella di una dobbia vaccinazione che unisca il vaccino contro l'influenza e quello contro il Covid. «Si potrebbe pensare di sommare per un periodo che possiamo immaginare di due o tre anni il vaccino anche per il Covid in un unica puntura: il vaccino anti influenzale e un eventuale richiamo contro il Coronavirus. Si tratterebbe di unirle come di fa già per diversi vaccini». 

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