Covid e sintomi, guida del Ministero per riconoscere il virus: ecco quando il contagio è confermato

Domenica 10 Gennaio 2021
Covid e sintomi, guida del Ministero per riconoscere il virus: ecco quando il contagio è confermato

Come stabilire se si è di fronte a un caso di Covid? E' una circolare del Ministero della Salute a indicare criteri clinici, radiologici e di laboratorio, e la possibile classificazione dei casi. Vengono indicati i sintomi specifici e altri meno specifici. Ai fini della sorveglianza nazionale Covid-19 (sia flusso casi individuali coordinato da ISS che quello aggregato, coordinato da Ministero della Salute) il ministero sottolinea alle istituzioni sanitarie che «dovranno essere segnalati solo i casi classificati come confermati secondo la nuova definizione».

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I sintomi

Ecco i sintomi specifici: tosse, febbre, dispnea (problema respiratorio), esordio acuto di anosmia (perdita del senso dell'olfatto), ageusia (perdita del senso del gusto) o disgeusia (alterazione del gusto).

Altri sintomi meno specifici possono includere cefalea, brividi, mialgia (dolori muscolari), astenia (senso di stanchezza o debolezza), vomito e/o diarrea. 

La circolare

Oltre a fornire un quadro sui criteri clinici, il documento delinea i criteri radiologici (quadro compatibile con COVID-19), criteri di laboratorio (rilevamento di acido nucleico di SARS-CoV-2 in un campione clinico, oppure rilevamento dell’antigene SARS-CoV-2 in un campione clinico in contesti e tempi definiti nella sezione dedicata: “Impiego dei test antigenici rapidi”, criteri epidemiologici. Tra questi ultimi almeno uno dei due seguenti link epidemiologici: contatto stretto con un caso confermato COVID-19 nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi; se il caso non presenta sintomi, si definisce contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso; essere residente/operatore, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi, in contesti sanitari (ospedalieri e territoriali) e socioassistenziali/sociosanitari quali RSA, lungodegenze, comunità chiuse o semichiuse (ad es. carceri, centri di accoglienza per migranti), in cui vi sia trasmissione di SARS-CoV-2. 

Ultimo aggiornamento: 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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