Fino a qualche tempo fa, nelle tasche di suo figlio 12enne, Valentina trovava le figurine dei Pokemon, ieri mattina invece ha scoperto una puff. Che non è una caramella anche se il nome potrebbe ingannare e lui e i suoi amici (ha scoperto poi) ne provano ogni settimana una diversa, proprio come si fa in un negozio di caramelle - dalla coca cola al kiwi -, ma la sigaretta elettronica usa e getta più diffusa tra i ragazzini di oggi.
Cosa sono
Ed è qui il problema: perché nonostante l’aspetto accattivante questi prodotti, che hanno un liquido al loro interno, contengono spesso sali di nicotina che, come hanno dimostrato gli studi recenti, provocano quattro volte più dipendenza rispetto alla nicotina contenuta nelle sigarette tradizionali. Eppure per i ragazzini trovarle è facilissimo: in tabaccheria, accanto alle gomme. Il costo è irrisorio: si parta da 5 ai 18 euro, come nel caso di quelle da 2.800 tiri. Qualcuno le compra per tutti, un maggiorenne, magari on line, e poi le vende “a mano”. Girano nelle scuole, persino in classe (lo si vede in tanti video su TikTok). «Ma sì mamma, cosa vuoi che sia? Smetto quando voglio. Non è una sigaretta», ripetono loro. Siamo proprio sicuri?
