Shanghai, incubo Covid infinito: abitanti chiusi in casa senza cibo, allarme suicidi e rivolte

In citta 25 milioni di abitanti sono in lockdown, Cina contro Stati Uniti: "Politicizzano l'evacuazione"

Martedì 12 Aprile 2022
Shanghai incubo Covid senza fine, abitanti chiusi in casa senza cibo. Gli Usa: «Lasciate il paese»

Contagi in salita, una città in lockdown e la politica "zero Covid" che sta mettendo a dura prova l'intera popolazione. L'incubo pandemia non è finito per i residenti di Shanghai, la megalopoli da 26 milioni di abitanti diventata l'epicentro della più grande ondata di Covid in Cina dopo Whuan (la città dove emerse il virus nel 2019). Dopo un lockdown di due settimane, il virus continua a correre: ieri, 11 aprile si sono contati 994 nuovi positivi 22.348 portatori asintomatici. 

 

A fare paura agli abitanti sono anche le norme santarie imposte da Pechino, con un lockdown miltarizzato che impedisce di uscire di casa anche per prendere da mangiare e prevede il trasporto in centri di quarantena per tutti i positivi, anche se minori. Decine di post sui social denunciano situazioni al limite, con famiglie affamate lasciate senza cibo chiuse in casa, bambini separati dai genitori e centri di quarantena al collasso. Tanto che gli Stati Uniti hanno consigliato al personale non essenziale del proprio consolato di lasciare la città sollevando «Preoccupazioni per la sicurezza e il benessere dei cittadini americani con i funzionari cinesi», ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price. 

Chiusi in casa senza cibo, il video choc

Il rigidissimo lockdown ha chiuso in casa 26 milioni di abitanti e si stano verificando problemi anche nella possibilità di ottenere generi alimentari. Solo il personale sanitario, addetto alle consegne o chi possiede un permesso speciale può autorizzati ad uscire per acquistare da mangiare, ma le consegne sono lente per una metropoli di queste dimensioni nonostante anche le autorità locali siano intervenute sul fronte del delivery. Ordinare cibo a domicilio è diventato un'impresa quotidiana, in molti cercano di ordinare all'alba, altri creano gruppi di acquisto su siti di e-commerce come Alibaba. La mancanza di cibo è stata anche la causa di vere e proprie proteste, con scontri tra i residenti e il personale sanitario subito sedate dagli operatori sanitari e dai militari anche con l'utilizzo di metodi violenti. 

Tra i video diventati simbolo dell'esasperazione della popolazione a Shanghai, c'è una ripresa che mostra centinaia di finestre illuminate nei grattacieli: mentre le strade sono deserte, dalle finestre è possibile sentire urla continue e angoscianti

Nei centri di quarantena rabbia, proteste e anche suicidi

Il 10 aprile è stato inaugurato il nuovo Covid hospital, è il più grande della città e conta oltre 50mila posti letto. I positivi che non hanno bisogno di ricovero non possono trascorrere la quarantena a casa e vengono condotti in speciali centri di quarantena: ce ne sono oltre 100 con oltre 160mila posti letto. Tante sono state le polemiche riguardo la gestione di questi centri, dai bambini separati dai genitori e costretti a passare soli la quarantena fino alle proteste per la carenza di cibo, condizioni igieniche pessime e di sovraffollamento. Sono all'ordine del giorno anche proteste dei pazienti contro i sanitari, e si sono verificati anche casi di suicidio tra le persone "ricoverate" nei centri. Tra i video diffusi sui social che raccontano la dura realtà dei centri di quarantena c'è quello di una donna che grida e piange disperata, in preda a una crisi di nervi. 

La politica "tolleranza zero" non può fermarsi

Nonostante un lieve allentamento (soprattutto per quanto riguarda la possibilità di non seprarare più i bambini dai genitori) la politica zero covid è destinata a continuare almeno fino a maggio: "La prevenzione e il controllo dell'epidemia a Shanghai sono ora nel momento più critico, non possiamo rallentare", ha dichiarato un funzionario della Commissione Municipale per la Sanità, Wu Qianyu. 

Una speranza si era accesa lunedì, quando le autorità locali avevano annunciato che avrebbero allentato il lockdown per il 43% dei compound privi di infezioni da virus accertate nelle ultime due settimane.

Ma la situazione poi è stata diversa: i dettagli diffusi durante la notte hanno mostrato che quelle 7.565 aree individuate includevano non solo complessi residenziali ma anche hotel, centri commerciali ed edifici governativi. Insomma, la popolazione di Shanghai rimane in gran parte chiusa in casa. 

LA POLEMICA - La Cina si «oppone con forza» alla decisione del Dipartimento di Stato americano di ordinare a tutto il personale non essenziale di lasciare Shanghai per l'emergenza Covid-19, vedendo nella mossa annunciata oggi «una politicizzazione e una strumentalizzazione della questione»: è il commento del portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, per il quale Pechino ha «espresso solenni dichiarazioni» di protesta. «Gli Stati Uniti dovrebbero smettere immediatamente di attaccare la politica cinese di prevenzione delle epidemie, di usare l'epidemia per impegnarsi in manipolazioni politiche e di diffamare la Cina», ha aggiunto Zhao.

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 09:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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