Covid, Crisanti: «Le mascherine vanno tenute ai banchi, scuola occasione fantastica di contagio. Il vaccino? Non prima del 2021»

Giovedì 3 Settembre 2020
Covid, Crisanti: «Le mascherine vanno tenute anche ai banchi. Il vaccino? Non prima del 2021»

Il virologo Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia all'università di Padova, non ha molti dubbi: a scuola le mascherine andrebbero portate dai ragazzi anche quando sono seduti al banco. Tra i padri del modello veneto sulla gestione dei tamponi per Covid-19 nella prima fase dell'emergenza coronavirus, Crisanti spiega. «Le mascherine servono e funzionano - dice a SkyTg24 -. Se gli studenti li teniamo tutti zitti per ore va pure bene permettere che se le tolgano da seduti però io non ce la vedo una classe che sta in silenzio per ore e ore. E se uno deve parlare per dire prestami la penna, passami questo? Aboliamo l'interazione sociale in una classe? Perché nel momento in cui parlo - avverte Crisanti - di fatto emetto droplet, quindi se non altro bisognerebbe che i ragazzi abbiano a disposizione la mascherina e, se parlano, se la mettano». Secondo il virologo, «probabilmente non è stata ancora raggiunta la capacità di fornire 11 milioni di mascherine» al mondo della scuola, come annunciato invece dal Governo. «Bisognerà vedere se effettivamente queste mascherine si materializzano ogni giorno», dice. E comunque «le mascherine andrebbero portate anche seduti ai banchi - ribadisce l'esperto - specialmente se un ragazzo inizia una conversazione con un'altra persona. A scuola si parla. La scuola non solo serve per imparare, ma è anche una palestra sociale per interagire con gli altri. La riapertura delle scuole e la riapertura delle attività produttive sono un'occasione fantastica per innescare la trasmissione di Covid.

E l'unico modo che abbiamo» per controllare i contagi, «in assenza di farmaci efficaci e ancora in assenza di un vaccino, sono le misure di sorveglianza attiva».
 


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«Non credo ad un vaccino entro fine anno. Un vaccino è una cosa estremamente complicata e purtroppo non ha tempi comprimibili. Si pensi che il vaccino viene dato a persone che stanno bene quindi significa che devono stare bene prima e anche dopo», dice poi il virologo.
«Ora il problema è che noi siamo tutti differenti, geneticamente per età, per sesso, per etnia ora o anche per malattie. Quindi in genere la fase cosidetta di sicurezza di un vaccino dura circa un anno e mezzo, due, solo quella, perché bisogna darla circa a cento mila persone in tutto il mondo - continua Crisanti - Capisco che c'è l'esigenza e l'aspettativa ma non vorrei che si prendesse a una scorciatoia, perché per ogni scorciatoia che prendiamo aumenta il rischio o che il vaccino non sia efficace o che abbia effetti indesiderati. Direi che la cosa migliore sia spiegare alle persone che il vaccino è una cosa in cui stiamo investendo e che ha dei tempi che non possiamo comprimere». «Penso che il ministro Speranza interpreti le aspettative di tutti - conclude il virologo Crisanti - si diceva che il vaccino sarebbe stato pronto a dicembre, ora si parla della fine dell'anno prossimo, vedrà fine anno prossimo credo che avremo un vaccino certo, testato, nel 2021».

 
 

Ultimo aggiornamento: 13:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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