Virus simili al Sars-Cov-2 sono stati trovati nei pipistrelli, che a loro volta sarebbero in grado di infettare l’uomo. La scoperta arriva da uno studio dell’Istituto Pasteur di Parigi, dell’Istituto Pasteur del Laos e dell’Università Nazionale del Laos, e potrebbe rivoluzionare la ricerca sul Covid.
Dalla ricerca emerge che le sequenze virali riscontrate nei pipistrelli sono molto simili a quelle del Sars-CoV-2 nella parte chiave del virus che consente di infettare le cellule umane. Mentre nessuno di questi virus scoperti negli animali, invece, ha un “furin cleavage site”, cioè la funzione in grado di attivare la proteina Spike che invece caratterizzano Sars-Cov-2. Sono state fatte diverse ipotesi per spiegare questo anello mancante: «Forse un virus non patogeno è circolato per la prima volta nell’uomo prima di mutare - ha sottolineato Eloit - Oppure un virus molto vicino a quelli identificati ha questa funzione, ma non l’abbiamo ancora trovato».
La ricerca, comunque, non spiega come il virus sia arrivato a Wuhan, in Cina, punto di partenza della pandemia. Il professor Stuart Neil, capo del dipartimento di malattie infettive del King’s College di Londra, ha dichiarato: «Alcuni di questi virus presentano solo due o tre cambiamenti rispetto a quelli osservati in Sars-CoV-2, in sostanza sono più vicini all’originale rispetto ad alcune delle varianti». Le ricerche proseguono anche in Cambogia, dove già 10 anni fa venne scoperto un virus molto simile a quello attuale. Il Guardian scrive che due campioni di pipistrelli Rhinolophus erano stati prelevati nel 2010 nella provincia di Stung Treng e sono attualmente custoditi in congelatori nell’Institut Pasteur du Cambodge (IPC), a Phnom Penh. I test eseguiti su questi campioni hanno rilevato la presenza di un virus molto simile a Sars-CoV-2.