La Omicron è al 28 per cento, secondo l'ultimo report dell'Istituto superiore di Sanità, ma quando avrete finito di leggere questo articolo probabilmente avrà già superato il 50, perché l'accelerazione dei nuovi casi è tipico dell'incredibile velocità nel contagiare di quella mutazione, tale da portarci in pochi giorni da una situazione di aumento lineare, molto sostenibile, a una fiammata che ha fatto segnare il record di sempre di contagi sopra quota 44mila.
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La freccia che descrive i contagi causati da questa versione del virus tende sempre verso l'alto. La Omicron, però, è come un'auto che la sta inseguendo, ma correndo a una velocità doppia, per cui l'incremento senza precedenti dei nuovi positivi è frutto sia della Delta che non si è mai fermata e che per ora rappresenta la maggioranza delle nuove infezione sia della nuova mutazione che invece sta volando e si appresta al sorpasso, probabilmente nel giro di due settimane. Oggi non sappiamo se i ricoveri che vediamo aumentare (anche se non in modo travolgente) siano soprattutto l'effetto della Delta o se ci sia anche il contributo della Omicron.
SEGNALI
Dalle Regioni le testimonianze dicono che in genere chi viene trovato contagiato dalla nuova mutazione isolata in Sudafrica è asintomatico e non finisce in ospedale. Sono racconti che confermano ciò che hanno detto alcuni studi diffusi nel Regno Unito, in Danimarca e Sudafrica, ma che non devono farci pensare che ci aspettano settimane semplici. Le autorità sanitarie britanniche sostengono che il rischio di essere ricoverati a causa della variante Omicron è fino al 70% inferiore rispetto alla variante Delta. Di fronte a persone vaccinate, meglio se con la terza dose, solitamente provoca una malattia meno grave, ma visto che ha una capacità di contagiare decisamente più elevata, raggiungerà molti più soggetti e dunque il risultato finale dei ricoveri potrebbe essere simile, se non peggiore di quello della Delta. «Oggi inoltre - spiega il professor Liborio Stuppia, direttore del laboratorio di Genetica molecolare di Chieti - rischia di saltare il sistema del tracciamento, perché diventa impossibile eseguire in 24 ore a tutti il tampone molecolare necessario per la diagnosi».
IL SISTEMA TAMPONI
E questo è un problema che andrà affrontato perché se a fronte di sintomi o di contatti stretti con un positivo, non posso ottenere in tempi accettabili l'esito di un molecolare, il sistema salta. L'altro nodo è che la Omicron è diffusa a macchia di leopardo e questo ci dice che presto il fuoco sarà ancora più alto in tutta Italia: la Lombardia è già al 40 per cento dei casi positivi accertati derivante da Omicron; Lazio al 13, Emilia-Romagna e Abruzzo si attestano al 20, la Liguria è al 15. A questo punto salta ogni previsione di picco, perché quando si era parlato prima di 30mila, poi di 50mila, viene spazzato via e per l'Italia si preannuncia uno scenario simile a quello del Regno Unito. Nel male ma anche nel bene, perché ad oggi, pur in affanno, il sistema sanitario britannico sta tenendo e Boris Johnson ha (almeno per ora) rinunciato al lockdwon per Natale o Capodanno. «L'importante - spiegano ormai tutti gli scienziati in Europa - è che sia chiaro un concetto: la Omicron prima o poi la prenderemo tutti, spetta a ognuno di noi decidere se farlo da non vaccinato, da parzialmente vaccinato con sole due dosi o con la protezione massima offerta dalla terza».