Omicron, le reinfezioni aumentano da 6,7 a 7,4%. In salita anche incidenza e ricoveri

Più a rischio i non vaccinati, i sanitari e chi è vaccinato da più di 120 giorni

Sabato 18 Giugno 2022
Omicron, le reinfezioni aumentano da 6,7 a 7,4%. In salita anche incidenza e ricoveri

Il Covid è tornato ad affacciarsi con insistenza in Italia. E mentre i virologi lanciano l'allarme in vista dell'estate, continua l'aumento delle reinfezoni da Omicron. Lo spiega l'Iss nel report esteso settimanale: dal 24 agosto 2021 al 5 giugno 2022 sono stati segnalati 532.755 casi di reinfezione, pari a 4.0% del totale dei casi notificati, nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 7,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente quando erano il 6,3%.

Più a rischio i non vaccinati, le donne, i sanitari e chi è vaccinato da più di 120 giorni.

L'analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021, specifica meglio il Report, indica un rischio maggiore nei soggetti con prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti. Nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi. «Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare». Più a rischio anche le fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. «Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d'età oltre i 60 anni». Infine negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

Nessuna conferma che Omicron 4 e 5 siano più gravi

Nel corso dell'ultima settimana in Italia «il numero di casi di Covid risulta in crescita mentre ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi si confermano in diminuzione». Aumento, rispetto alla precedente settimana, anche la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,5%). Lo si legge nel Report esteso settimanale dell'Istituto superiore di sanità. «Attualmente, non c'è evidenza che le infezioni causate dalle varianti BA.4 e BA.5 siano associate ad un'aumentata gravità delle manifestazioni cliniche rispetto a quelle causate da BA.1 e BA.2»

Vaccino previene malattia grave fino all'87%

L'efficacia del vaccino anti Covid nel periodo di prevalenza di Omicron (dal 3 gennaio 2022) nel prevenire casi di malattia severa è del 69% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 71% in chi ha completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni, per arrivare al 87% nei vaccinati con booster. Lo indica il Report esteso settimanale Iss che integra il monitoraggio. Nel prevenire il contagio è pari al 41% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 32% tra i 91 e 120 giorni, e 46% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo o pari al 55% con dose booster.

I dati

Gli indici della pandemia in Italia quindi sono ancora in risalita, una conferma dell'inversione di trend in atto: questa settimana è infatti aumentata l'incidenza dei casi per 100mila abitanti, fissandosi a 310, ed anche l'indice di trasmissibilità Rt è cresciuto toccando il valore di 0,83. Ad aumentare lievemente sono anche i ricoveri nei reparti ordinari mentre si registra un calo nelle intensive. Un quadro che, avvertono gli esperti, richiama ad una nuova prudenza, a partire dall'uso delle mascherine ormai non più obbligatorie pressoché ovunque tranne che in ospedali, Rsa e trasporti pubblici. Anche questa settimana, ha sottolineato il direttore Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, illustrando i dati del monitoraggio settimanale Istituto superiore di sanità-ministero, «tende ad aumentare sia pure lievemente il numero di casi di Covid, e aumentano incidenza ed Rt. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva è rispettivamente al 6,7% e all'1,9%». Leggero calo per le intensive dunque rispetto al 2% di occupazione di sette giorni fa. Negli ospedali, pertanto, «non c'è una tendenza alla congestione», ha rilevato l'esperto.

 

Tuttavia, a fronte di un lieve aumento dei ricoveri ordinari passati dal 6,6% della scorsa settimana al 6,7%, in due Regioni si torna a superare la soglia di allerta del 15% per l'occupazione dei reparti ospedalieri. Sono la Sicilia, al 15,5%, e la Valle d'Aosta al 15,3%. Intanto, l'Iss ha reso noto i risultati dell'ultima indagine rapida sulla prevalenza delle varianti, dalla quale emerge che in Italia il 7 giugno scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 predominante (al 62,98%). Sono invece aumentati i casi riconducibili alle sottovarianti BA.4 e BA.5, e quest'ultima sale al 23,15% di prevalenza dallo 0,41% della precedente indagine. Attualmente, non c'è tuttavia evidenza che le infezioni causate da BA.4 e BA.5 siano associate ad una aumentata gravità delle manifestazioni cliniche, si precisa nella relazione tecnica all'indagine. Una situazione epidemiologica da tenere sotto stretto monitoraggio. 

Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci