Omicron, il picco contagi è alle spalle? «Dopo questa ondata, estate più tranquilla»

Frena la circolazione del virus. Ma gli esperti avvertono: da verificare l'impatto della scuola

Sabato 15 Gennaio 2022 di Mauro Evangelisti
Omicron, il picco contagi è alle spalle? «Dopo questa ondata, estate più tranquilla»

«Sembra proprio un plateau» rifletteva ieri, rigirando tra le dita il foglio con un grafico, qualcuno al Ministero della Salute. Ormai lo abbiamo imparato: significa che siamo arrivati all'altopiano, a una stabilizzazione della crescita dei casi, che precede la diminuzione. Avvertenza: siamo comunque ad altissima quota, a quasi 190mila casi al giorno. La velocità della corsa dei contagi è però diminuita, i numeri ora lo dicono. Ripetiamolo: correre più lentamente, non significa non correre, quindi massima prudenza. La frenata arriva in coincidenza con l'isolamento di un italiano su 10: i positivi oggi sono 2,4 milioni, se a questi aggiungiamo i contatti stretti che devono restare in casa (pensiamo a una famiglia in cui c'è un bimbo contagiato) possiamo ipotizzare che almeno 6 milioni di cittadini, per almeno una settimana, restano isolati (e questo vale anche sottraendo la quota dei vaccinati con terza dose che possono uscire). Aggiungiamo il ritorno dello smart working in molte situazioni e così si spiegano le città meno affollate. Meno persone per strada, nei locali, al ristorante, al lavoro: è una sorta di piccolo lockdown che frena la circolazione del virus.

E se si guarda ai ghirigori della curva c'è un'evidente correlazione tra la crescita e alcuni eventi.

Asintomatici con booster, quarantena ridotta e niente tampone. L'Iss: «Anche loro sono un rischio»

Il calendario

A metà dicembre, in una settimana, registrammo un nono dei casi di quelli degli ultimi sette giorni. Il rapporto è di 111mila rispetto a quasi 900mila. Inizia la rumba dello shopping, delle cene, degli Spritz, delle vacanze di Natale, delle settimane bianche (anche se in concomitanza c'è la chiusura delle scuole). Ed ecco che scatta l'impennata: subito dopo il 25 dicembre, in due settimane, i casi sono già più che quadruplicati, con un incremento che non ha eguali in questa pandemia. Tutta colpa delle feste e dei brindisi? No. C'è una concausa molto importante: si è affacciata in Italia la Omicron che a inizio di dicembre era poco presente, attorno all'1 per cento dei casi totali, e oggi è addirittura sopra l'80. I virologi ci hanno spiegato che rispetto alla Delta (che è più contagiosa del ceppo di Wuhan) la Omicron ha una capacità di trasmissione cinque volte più elevata. Il più importante virologo americano, Anthony Fauci, è arrivato ad affermare: «Ce la prenderemo quasi tutti, l'importante è essere protetti dal vaccino». La Omicron in Italia trova il tappeto rosso. Sono i giorni in cui può circolare più facilmente. Sempre la rumba di prima: feste, viaggi, cene di Natale e cenoni del 31 dicembre. L'anno scorso andò diversamente perché non c'era la Omicron e soprattutto perché per quindici giorni l'Italia fu caratterizzata da una zona rossa o arancione nazionale. Quest'anno, per fortuna, era tutto aperto, ma un conto è stato pagato.

In quest'ultima settimana, però, ecco la frenata: l'incremento di nuovi casi, rispetto ai primi sette giorni di gennaio, è stato lieve, più 20 per cento. Per chiarezza: i casi positivi aumentano e aumentano più della settimana precedente, però con una velocità molto ridotta. Tre le ragioni: la Omicron, anche in altri Paesi, ha dimostrato di causare forti impennate ma poi di scendere abbastanza rapidamente, ,ma oggi comunque abbiamo anche la presenza della Delta, nell'ordine di 30-40 mila casi al giorno; un italiano su 10, come detto, è bloccato in casa; più in generale quando in tanti si contagiano, la forza propulsiva della pandemia diminuisce perché fatica a trovare nuovi soggetti attaccabili. Non va data per scontata però la discesa: la riapertura delle scuole potrebbe portare una nuova crescita.

 

Inoltre, come spiegava ieri Daniele Pedrini, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e coordinatore del sito Covidstat, c'è anche la possibilità che più di tanti tamponi non riusciamo ad eseguire e dunque a un certo punto il numero di positivi trovati si ferma. Secondo il professor Fabrizio Pregliasco, dell'Università statale di Milano, questa potrebbe essere l'ultima ondata, la prossima la vederemo in autunno: «Lo dico con prudenza, ma il prezzo che stiamo pagando alla Omicron, con molte persone che si contageranno, potrebbe ridurre drasticamente la platea dei suscettibili. La stagnazione attuale, a cui speriamo segua una discesa, è certo messa in dubbio dal ritorno a scuola, ci saranno molte Dad». C'è un dato però che colpisce: anche ieri 360 morti. «Partiamo da una base di anche 220mila casi al giorno, ce lo dobbiamo aspettare, quello sarà l'ultimo dato a diminuire. Ma diffido dal confronto con altre nazioni, perché le classificazioni di un decesso per Covid non sono mai omogenee. Quando vai a vedere l'eccesso di mortalità, allora in altri Paesi il discorso cambia, anche di molto».

Ultimo aggiornamento: 15:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci