Omicron 5, Iss: crescono ancora Rt e ricoveri in terapia intensiva, pochi i contagi rilevati dal tracciamento dei contatti

Tredici regioni a rischio moderato, 8 a rischio alto

Venerdì 1 Luglio 2022
Omicron 5, Iss: crescono ancora Rt e ricoveri in terapia intensiva, pochi i contagi rilevati dal tracciamento dei contatti

Omicron 5 continua a diffondersi: confermato di nuovo il trend in crescita dei contagi Covid-19 a livello nazionale, che si attesta a 763 casi ogni 100mila abitanti nel periodo 24-30 giugno, contro i 504/100mila registrata nel periodo 17-23 giugno. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale sull'andamento della pandemìa in Italia, della cabina di regia Istituto superiore di sanità-ministero della Salute.

 

Nel periodo 7-20 giugno, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,30 (range 1,06-1,56), in aumento rispetto all'1,07 della settimana precedente ed oltre la soglia epidemica.

Intanto aumentano i ricoveri  sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 2,6% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 30 giugno) rispetto al 2,2% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 23 giugno). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 10,3% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 30 giugno) rispetto al 7,9% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 23 giugno). 

Inoltre nessuna Regione e Provincia Autonoma è classificata a rischio basso anche questa settimana. Tredici  sono a rischio moderato, mentre scendono da 9 a 8 le Regioni classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza; tre di queste sono ad alta probabilità di progressione. Venti Regioni riportano almeno una singola allerta di resilienza; 8 Regioni/PA riportano molteplici allerte di resilienza.

La percentuale dei casi di contagio attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è stabile al 9% (stesso dato della scorsa settimana). Sostanzialmente stabile anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (44% contro il 45%), come anche la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening, ferma al 47%. 

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