Omicron 5, contagi salgono del 60% in un settimana, raddoppiano i ricoveri pediatrici. Il virus torna a correre

Il Gimbe: "Stallo della campagna vaccinale, serve cautela". Andreoni: "Rischiamo 100mila casi al giorno"

Giovedì 23 Giugno 2022 di Mario Landi
Omicron 5, impennata di contagi e raddoppiano i ricoveri pediatrici. «Troppi tamponi fai-da-te, numeri sottostimati»

Corre il virus, in Italia vola Omicron.

Aumenta la circolazione del virus SarsCoV2 in Italia nell'ultima settimana e cresce la diffusione della sottovariante Omicron BA.5 più contagiosa. Impennata dei casi - con quasi il 60% di contagi in più in sette giorni - e reparti ospedalieri che ricominciano a riempirsi. Per effetto della più contagiosa sottovariante Omicron BA.5, l'epidemia di Covid-19 in Italia riacquista velocità in tutte le Regioni, mentre la campagna vaccinale è in stallo. Al contempo, dall'Agenzia europea dei medicinali (Ema) arriva la notizia della disponibilità di un nuovo vaccino: l'Agenzia ha raccomandato di concedere l'autorizzazione all'immissione in commercio del vaccino Valneva per l'uso nella vaccinazione primaria di persone dai 18 ai 50 anni. È il sesto vaccino autorizzato. Il quadro che intanto emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe per la settimana 15-21 giugno accresce l'allerta rispetto ad una situazione epidemiologica che in Italia si mantiene sotto controllo, ma che mostra ormai una chiara e crescente inversione di trend rispetto alle settimane precedenti.

Salgono i contagi

A colpire è l'aumento del +58,9% dei contagi nell'arco di 7 giorni e salgono anche i ricoveri ordinari (+14,4%) e le terapie intensive (+12,6%). In salita dunque gli indicatori ospedalieri, con l'area medica che segna un incremento di oltre 700 posti letto Covid in 10 giorni. Nell'arco delle 24 ore, invece, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) segnala che è risalita all'8% la percentuale - riferita al 22 giugno - di posti nei reparti occupata da pazienti con Covid. È stabile invece al 2% l'occupazione delle terapie intensive. Calano invece i decessi, che segnano un -19%. L'incremento percentuale dei nuovi casi, avverte Gimbe, si registra in tutte le Regioni (dal +31,3% della Valle D'Aosta al +91,5% del Friuli-Venezia Giulia) e salgono da 99 a 105 le Province in cui si rileva un aumento (dal +5,6% di Crotone al +131,7% di Reggio Calabria). L'incidenza, inoltre, è superiore ai 500 casi per 100.000 abitanti in 16 province. E sul fronte vaccinale, la situazione non migliora: al 22 giugno sono 6,85 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino e diminuiscono i nuovi vaccinati, che sono 2.981 rispetto ai 3.253 della settimana precedente (-8,4%). Sulla base di questi dati, il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta, invita dunque alla prudenza con l'uso della mascherina al chiuso e anche all'aperto se c'è assembramento, e sottolinea come l'ipotesi di abolire l'isolamento dei positivi in questo momento sia «antiscientifica e rischiosa per la salute pubblica».

La ripresa in Europa

A livello globale invece, secondo l'ultimo bollettino dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), i casi di Covid nel mondo continuano a calare, ma in diverse aree, compresa l'Europa, si osserva appunto una ripresa dei contagi trainata dal calo dell'immunità e dalla diffusione di Omicron BA.5. Inoltre, i sintomi del Long Covid colpiscono sempre di più anche i piccoli: interessano circa 4 bambini su 10 sotto i 14 anni, durano almeno un paio mesi e spesso riguardano disturbi gastrointestinali o difficoltà a concentrarsi. A studiarli in modo approfondito, il più ampio studio condotto finora in materia e pubblicato sulla rivista 'The Lancet Child & Adolescent Health'. Intanto, sono 56.166 i nuovi contagi in Italia nelle ultime 24 ore secondo i dati del ministero della Salute (ieri 53.905). Le vittime sono 75, in aumento rispetto alle 50 di ieri. Il tasso di positività è al 22,6%, in aumento rispetto al 21,8% di ieri. Sono invece 216 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, lo stesso numero di ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 5.064 (+117).

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Vaccinati e non

Tra i ricoverati in intensiva per Covid, ovvero con sindromi respiratorie e polmonari, il 37% risulta non vaccinato; tra i vaccinati, invece, quasi tutti ormai da oltre 4 mesi, il 100% ha altre patologie. «L'aumento della circolazione del virus con la nuova variante ha determinato una battuta d'arresto nella riduzione dei ricoveri che dobbiamo attentamente monitorare - commenta il presidente Fiaso, Giovanni Migliore -. Al momento comunque i numeri restano bassi e non destano preoccupazione. Va sottolineato, tuttavia, che ci sono ancora 10 milioni di italiani che non hanno fatto la terza dose. Dati ancora più bassi per la quarta dose booster destinata agli anziani e ai più fragili: solo il 27% si è sottoposto a vaccinazione. Il virus colpisce proprio i più deboli sprovvisti di un'ampia copertura vaccinale e, a riprova di questo, ci sono i dati che arrivano dalle nostre rianimazioni: la quasi totalità dei pazienti è costituita da soggetti affetti da altre patologie che avrebbero dovuto ricevere la quarta dose». Nelle classi di età pediatriche si osserva invece un aumento abbastanza netto. I ricoveri, pur restando limitati, sono più che raddoppiati. I pazienti sono per lo più bambini molto piccoli (neonati tra 0 e 6 mesi che in una settimana sono quasi triplicati da 5 a 14), nei cui confronti, precisa però Fiaso, il ricorso al ricovero è dovuto ad una eccesso di prudenza, senza necessariamente u aumento della gravità delle sindromi. Per la prima volta da cinque settimane, inoltre, si registra un ricovero pediatrico in terapia intensiva per Covid. Intanto, secondo i dati del bollettino quotidiano del ministero della Salute, sono 53.905 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 62.704) e le vittime sono 50, in calo rispetto alle 62 di ieri. Sono stati eseguiti in tutto 246.512 tamponi con il tasso di positività al 21,8%, stabile rispetto al 21,4% di ieri. Sono invece 216 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 10 in meno rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 4.947, ovvero 144 in più. Non solo Covid, però.

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Il nodo influenza

In vista del prossimo inverno a preoccupare è anche l'influenza stagionale, che nell'emisfero Sud del mondo si sta riaffacciando «in maniera prepotente» anche per via della riduzione delle misure contro il Covid, come distanziamento e mascherine. E questo «potrebbe essere un indicatore di quello che succederà anche da noi nel prossimo autunno/inverno», avverte il virologo Fabrizio Pregliasco. In questi giorni, spiega, il sistema di sorveglianza australiano sta rilevando un andamento di crescita della curva epidemica «estremamente accelerato, in anticipo rispetto al normale andamento». Anche in Argentina sembra esserci la stessa situazione. Questi dati «dovrebbero preallertarci in modo da non arrivare impreparati», commenta Pregliasco, che evidenzia la necessità di spingere sulla campagna vaccinale antinfluenzale per evitare, soprattutto nei fragili, complicazioni polmonari dovute all'influenza o una sovrapposizione con il Covid.

 

GLI ULTIMI 7 GIORNI - Il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva, nella settimana dal 15 al 21 giugno, «un aumento dei nuovi casi (255.442) in tutte le regioni italiane: +58,9% in 7 giorni». C'è stato anche un incremento dei ricoveri ordinari (+14,4%) e delle terapie intensive (+12,6%) ma sono calati i morti (-19%). «Assistiamo a una netta impennata dei nuovi casi settimanali (+58,9% rispetto alla settimana precedente) - afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe - che si attestano intorno a 255 mila con una media mobile a 7 giorni che supera quota 36 mila casi al giorno». Secondo il report, nella settimana 15-21 giugno l'incremento percentuale dei nuovi casi si registra in tutte le Regioni: dal +31,3% della Valle D'Aosta al +91,5% del Friuli-Venezia Giulia. «La progressiva diffusione delle varianti BA.4 e BA.5 ha contribuito ad una netta ripresa della circolazione virale in tutto il Paese con effetti già evidenti anche sugli ospedali: in particolare, in area medica dove in 10 giorni si registra un incremento di oltre 700 posti letto occupati da pazienti Covid», dice ancora Cartabellotta. Di conseguenza, la Fondazione Gimbe «invita alla cautela per almeno tre ragioni. Innanzitutto il numero dei positivi (circa 600 mila) è largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai-da-te con notifica parziale dei test positivi; in secondo luogo, è impossibile stimare l'entità di questa risalita d'inizio estate e i tempi per raggiungere il picco; infine - conclude - lo stallo della campagna vaccinale ha generato una popolazione attualmente suscettibile all'infezione molto estesa: 4,03 milioni di non vaccinati, 5,51 milioni senza terza dose e 4,05 milioni di persone vulnerabili senza quarta dose».

ANDREONI - «L'aumento dei contagi era inevitabile ed atteso. È vero che oggi abbiamo a che fare con un virus con una ridotta patogenicità ma ha una altissima capacità di diffondersi» e sul rischio che si arrivi presto a 100mila casi al giorno, ieri quasi 54mila contagi, «è molto probabile con questa circolazione e con meno attenzione alle misure di contrasto». Così Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), all'Adnkronos Salute commenta il brusco rialzo dei contagi nell'ultima settimana. Sull'aumento anche dei ricoveri in ospedale, Andreoni precisa che «a finire in ospedale per Covid non sono solo gli anziani fragili, chiaramente oggi quelli più a rischio con Omicron 5, ma anche giovani. La malattia alcune volte può avere un decorso particolarmente virulento, si può avere la febbre alta. Ecco - chiosa - perché dobbiamo ancora essere prudenti». L'infettivologo concorda con chi, come l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato, ha richiamato l'attenzione sull'uso della mascherina se ci sono situazione di affollamento o al chiuso: «L'assessore ha ragione, la curva continuerà a salire e quindi dobbiamo ancora una volta tornare ad essere prudenti e - conclude Andreoni - ad usare il dispositivo di protezione quando serve».

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BASSETTI E LA FIAMMATA  - «Abbiamo dimostrato anche nel contesto di questa fiammata estiva del Covid una assoluta immaturità come sistema Italia, la critica non va tanto al ministero della Salute quanto ai miei colleghi che stanno facendo un esagerato allarmismo tipico di chi non è sul campo e non ha affrontato l'infezione ma fa solo teoria». Lo evidenzia all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. «La situazione attuale, faccio riferimento alla Liguria dove lavoro e una regione con molti anziani - analizza Bassetti - Oggi abbiamo una elevatissima circolazione del virus e di Omicron 5, stiamo seguendo tante persone positive a casa con gli antivirali e in ospedale arrivano sì molti cittadini ma non hanno il Covid, hanno un tampone positivo e poi altre patologie. Finché non si diversificherà chi ha polmonite da Covid e chi ha tutt'alto, e un tampone positivo, non ne usciremo». «Lo dico da tempo, i bollettini dovevano essere adeguati alla situazione, - prosegue - occorre dare un taglio netto anche ai tamponi eseguiti durante il ricovero ospedaliero. Poi serve organizzare in modo diverso gli ospedali, valutare chi è morto per Covid e con Covid. Di tutti i paesi che hanno avuta una fiammata estiva del Covid noi sembriamo stare peggio. Questo perché in Italia parlano tutti, ognuno dice la sua ma non hanno mai visto un paziente».

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 14:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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