Variante Delta, arriveremo all'immunità di gregge? «L'unico modo è imporre il vaccino»

Lunedì 19 Luglio 2021 di Francesco Malfetano
Variante Delta, arriveremo all'immunità di gregge? «L'unico modo è imporre il vaccino»

Entro luglio secondo l'Europa, entro agosto per il governo ed entro settembre (ma non per tutti) stando ai dati delle vaccinazioni. La prospettiva dell'immunità di gregge è tornata a guadagnarsi la scena. Stavolta a far discutere sono stati i dati forniti dalla Regione Lombardia che, fissando la soglia al 70%, ha annunciato di poterla raggiungere già dal 21 luglio. In realtà però si è poi scoperto che i numeri in questione citati dalla direzione Welfare lombarda riguardavano le prenotazioni e non le somministrazioni.
Caso specifico a parte, è tanta la confusione attorno a quella che è considerata una sorta di luce in fondo al tunnel perché capace di ridurre la trasmissione dell'infezione grazie agli anticorpi sviluppati mediante il vaccino o la guarigione dalla maggioranza del gregge in modo da tutelare anche le persone che non si sono ammalate o che non si sono potute vaccinare.

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QUAL È LA SOGLIA DA RAGGIUNGERE?
All'inizio dell'epidemia c'era chi azzardava il 60%, poi si è passati a considerare necessario un più corposo 70% come ha fatto ancora la Lombardia. Tuttavia, ormai da tempo, si considera più realistica la soglia dell'80%. Pochi giorni fa ad esempio, lo ha ribadito Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute: «Per l'immunità di gregge dobbiamo superare il 70% di copertura della popolazione, anzi arrivare all'80%». A sostenerlo si è fatto avanti anche l'epidemiologo ed esperto di statistica medica Roberto Buzzetti.
«L'immunità non è un concetto fisso - spiega Buzzetti - La soglia si calcola in base alla capacità di trasmissione del virus in assenza di nostre contromisure, il cosiddetto R0.

Un valore che per la variante Delta è decisamente più alto rispetto al virus considerato in precedenza».

È LA SOLUZIONE PER PROTEGGERE ANCHE CHI SCEGLIE DI NON VACCINARSI?
Assunto che l'80% è quindi decisamente la soglia a cui ambire, bisogna comunque tenere sempre a mente che l'immunità raggiunta in questo modo non assicura la totale protezione. «Il gregge ha una caratteristica fondamentale - aggiunge Buzzetti - vive in un recinto in cui nessuno entra e nessuno esce. Il nostro recinto invece non solo non è chiuso. Quindi dobbiamo essere consapevoli anche con l'immunità raggiunta con il 90% dei vaccini, se magari arriva in Italia un caso dall'estero, quel 10% rimanente rischia».

RIUSCIREMO A RAGGIUNGERLA?
Posto quindi che dovrebbe essere un obiettivo globale, che il traguardo sia difficilmente raggiungibile lo spiega anche Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. «Partiamo dal fatto che noi in questo momento facciamo i conti sulla popolazione vaccinabile mentre l'immunità andrebbe valutata sull'intera popolazione di un Paese - spiega - Per cui calcolando che noi al momento non vacciniamo dagli 0 ai 12 anni è già complicato raggiungerla». Sono 7 milioni di bambini, quindi di per sé rappresentano un 12% non vaccinabile. «Il che vuol dire che noi possiamo permettere ad un 7% di cittadini di non immunizzarsi. Se valutiamo che ci sono una serie di persone con problemi di immunità che non possono ricevere il vaccino, dobbiamo dedurre che dovremmo immunizzare tutti». In altre parole, la strada appare in salita considerando che mancano all'appello già 2,5 milioni di over60, ovvero della fascia di popolazione più a rischio. «Proprio alla luce di questo uno dovrebbe fare le proprie valutazioni, sull'obbligatorietà delle vaccinazioni - conclude Andreoni - È l'unico modo per raggiungerla».

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