Il Covid sta arretrando, ma 3 milioni di over 40 ancora senza vaccino. Speranza: «Entriamo in una fase nuova»

In calo Rt, incidenza e ospedalizzazioni. L’eccezione Marche, da lunedì in zona arancione

Venerdì 4 Febbraio 2022 di Francesco Malfetano
Il Covid sta arretrando, ma 3 milioni di over 40 ancora senza vaccino

«Siamo in una fase nuova». È questo il mantra che, all’indomani del nuovo decreto governativo che segna i primi allentamenti nelle restrizioni, il ministro della Salute Roberto Speranza va ripetendo ormai da giorni. E lo ha ribadito anche ieri nel messaggio di apertura del convegno Aiom «Le sfide globali e il cancro», organizzato dagli oncologi medici. Vale a dire appena poche ore prima che l’Istituto superiore di sanità (Iss) non solo ribadisse quelle stesse parole ma, di fatto, le sostanziasse anche, riempiendo «la discesa della curva» in corso, con numeri e dati confortanti. Calano ancora infatti l’indice Rt, l’incidenza e le ospedalizzazioni. Con un però: i No vax con più di 40 anni sono circa 3 milioni. Nella stessa fascia d’età peraltro, oltre 6 milioni di cittadini ancora non hanno ricevuto la dose booster.

I NUMERI 

Nel dettaglio, il segnale più importante è forse l’Rt. L’indice infatti dà una misura della trasmissione virale nel Paese, e questa settimana è sceso a 0,93 (contro lo 0,97 della scorsa). Un’ottima notizia perché se si attesta al di sotto di 1 significa che negli ultimi sette giorni ci sono stati meno casi della precedente, e quindi appunto che la curva si sta riducendo. Situazione simile anche per l’incidenza settimanale, cioè i casi registrati ogni 100mila abitanti. Anche relativamente a questo parametro il calo è piuttosto massiccio. Da venerdì scorso a ieri è stata di 1.362 contro i 1.823 dei sette giorni precedenti (all’incirca il 25% in meno), e i 2.011 di quella ancora prima. 
Discorso simile per le ospedalizzazioni. A spiegarlo il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nel videomessaggio di commento ai dati della Cabina di regia sull’epidemia di Covid-19 in Italia. «Sono diminuiti i pazienti ricoverati in terapia intensiva (occupazione al 14.8%) e in area medica (29,5%).

Questa stabilizzazione e decrescita si nota anche nelle fasce d’età più giovani, dove la probabilità di ricovero è più bassa ma comunque presente».

 

Numeri che chiaramente fanno il paio con il bollettino giornaliero. Nelle ultime 24 ore infatti, su 884.893 tamponi effettuati, il tasso di positività riscontrato è stato dell’11,2%, in lieve calo rispetto al giorno precedente (quando era al 12,3% con poco meno di centomila test effettuati in più). Si registra inoltre un saldo positivo tra ingressi e uscite delle terapie intensive. Ieri erano 1.440 i pazienti intubati, 17 in meno di giovedì.
Tuttavia la situazione è piuttosto variegata all’interno della Penisola. Come mostrano le rilevazioni Iss infatti, oggi, la maggiore occupazione di letti nelle terapie intensive per pazienti Covid si registra nelle Marche, con un valore del 26,3%. Seguono la Provincia autonoma di Trento al 24,4% ed il Friuli Venezia Giulia al 21,1%. Per quanto riguarda i reparti di area medica, invece, la maggiore occupazione di posti letto per pazienti Covid è rilevata questa settimana in Friuli Venezia Giulia (38,8%), Liguria (38,3%) e Sicilia (38,3%). Territori che sono tutti in zona arancione oppure ne sono usciti da poco. Unica eccezione le Marche che, inevitabilmente, ci finiranno a partire da lunedì. Ieri infatti il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza.

PRUDENZA

Un passaggio che, al netto dei dati in miglioramento, testimonia la necessità di restare prudenti. «I dati epidemiologici ci mostrano una situazione che sembrerebbe disegnare una fase nuova dell’epidemia, ma siccome i numeri sono ancora molto elevati è bene continuare a mantenere comportamenti prudenti e completare il ciclo vaccinale con la dose di richiamo» commenta non a caso il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.

Specie nelle fasce di età più giovani. «Da 0 a 9 anni e da 10 a 19 anni - dice Brusaferro - sono quelle caratterizzate da un livello di circolazione del virus più elevato, ma tutte le fasce d’età hanno una curva che indica una decrescita». Il tutto, ovviamente, grazie alla campagna vaccinale che non può rallentare. Per quanto riguarda il booster ad esempio, si va dal 27,4% dei 12-19enni vaccinati che ha fatto anche il richiamo fino all’83,6% degli over 80. Spicca il dato dei 20-29enni che sono a quota 50,2% di vaccinati con booster, quota leggermente sopra il 49,7% dei vaccinati col richiamo fra i 30 e i 39 anni. I vaccinati con almeno una dose sono il 32,7% dei 5-11enni e salgono all’85% fra i 12-19enni.  Com’è ovvio però a preoccupare più di ogni altra cosa sono ancora i non vaccinati. Oggi in Italia ci sono 4 milioni cittadini con più di 20 anni ancora non hanno ricevuto la prima dose. Di cui circa 3 milioni hanno più di 40 anni e quindi esposti concretamente al rischio di contrarre una forma severa di malattia. Tra loro spiccano gli oltre 1,1 milioni di 40-49enni ancora scoperti.

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 09:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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