In Italia il valore soglia del 3% che indica il rapporto tra casi positivi al coronavirus e tamponi fatti è stato superato: si è ormai rotto quello che gli esperti hanno definito «l'argine» della pandemia secondo il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook «Coronavirus: Dati e analisi scientifiche».
LA ROTTURA DELL'ARGINE Qualche giorno fa avevamo ipotizzato che tra mercoledì e giovedì, con l'aumento dei tamponi che...
Posted by Coronavirus - Dati e Analisi Scientifiche on Thursday, 8 October 2020
Calcolare il valore-argine del 3% era stato nella scorsa primavera lo scrittore e ingegnere Thomas Pueyo in un articolo diventato virale e da allora questa soglia ha trovato un grande consenso anche nel mondo scientifico. «È un valore che indica che l'obiettivo è fare tanti tamponi e trovare pochi positivi», osserva Sestili. In agosto il rapporto fra casi positivi e test era appena superiore a 1, ha proseguito il fisico, ma adesso siamo oltre il 4%: «questo significa che si è rotto l'argine e che ormai ci perdiamo moltissimi casi». È un valore superiore alla soglia, ma inferiore a quello riscontrato per esempio nell'aprile 2020, quando il rapporto fra casi testati e tamponi era di circa il 10%. In generale, prosegue l'esperto, si può dire che finché il rapporto è basso, i casi testati sono quasi tutti quelli reali, come è accaduto in estate. Se invece il rapporto sale i casi cominciano a sfuggire: i test non riescono a raggiungerli tutti e quelli che sfuggono continuano a diffondere l'infezione. Il superamento del valore soglia del 3%, conclude, «giustifica il salto in alto di ieri: nel momento in cui si è rotto l'argine dobbiamo aspettarci un aumento dei casi, il cui numero continuerà probabilmente a crescere nelle prossime settimane».