Dopo un colpo di tosse i primi 5-8 secondi sono cruciali per frenare la nube di goccioline liberate e ridurne il volume prima che cominci a disperdersi, diffondendo il coronavirus. La mascherina chirurgica, infatti, riesce a ridurre il volume della nube di sette volte.
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Usando la teoria degli aerei a reazione e i dati sperimentali presenti in letteratura, hanno scoperto che i primi 5-8 secondi dopo il colpo di tosse sono cruciali nella sospensione delle goccioline d'aria espirate nell'aria e quindi per la diffusione del virus. Dopo un po' di tempo, la «nube di tosse» inizia a disperdersi. Senza la mascherina indosso, il volume della nube è circa 7 volte maggiore di quello che si ha con una mascherina chirurgica e 23 volte maggiore rispetto a chi indossa la FFp2.
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«Qualsiasi cosa che riduce la distanza percorsa dalla nube, come una mascherina, un fazzoletto o tossire nel gomito, restringe parecchio l'area sopra cui le goccioline si disperdono quando si tossisce, e perciò il rischio di infettarsi», aggiunge Rajneesh Bhardwaj, uno dei due autori dello studio. I ricercatori hanno visto anche che quanto forte tossisce una persona - fattore che influisce inizialmente sulla velocità e volume della tosse - non ha effetto sul volume della «nube di tosse» quando non si indossa la mascherina, anche se il volume iniziale è molto importante per una persona che indossa la mascherina.
I due studiosi hanno anche elaborato una formula con cui calcolare il numero massimo di persone che si può mettere in una corsia d'ospedale e il tasso minimo a cui l'aria in una stanza, un ascensore, auto, cabina d'aereo o ristorante, deve circolare per mantenerla fresca e ridurre il rischio di infezione.