Covid, niente sesso durante il lockdown. E ora? Ecco la task force con il virologo Galli

Domenica 21 Giugno 2020 di Alessandra Spinelli
Covid, niente sesso durante il lockdown. E ora? Ecco la task force con il virologo Galli
I motivi: ansia, paura del contagio, presenza di bambini in casa, interruzione dell’attività fisica e obbligo di distanziamento sociale. Niente da fare: neanche l’obbligo di stare fermi, chiusi in casa, costretti dal lockdown di stato, ha fatto effetto. Altro che atteso boom di nascite, niente sesso per gli italiani: ben l’83% ha infatti confessato un generale calo del desiderio e della pratica e solo il 23% ha invece sostenuto di aver mantenuto un livello di attività quasi uguale al periodo pre-quarantena. È quanto emerge da una ricerca presentata da Durex, condotta su 500 persone tra i 16 e i 55 anni. Ovviamente bisogna fare la tara, perché si devono considerare i congiunti e non quindi i fidanzati - a 16 anni difficile convivere- e ovviamente non gli amanti o i partner occasionali e neanche i cosiddetti amici di letto.

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LA NUOVA FASE
Insomma il focus è sulle coppie che hanno vissuto la quarantena sotto lo stesso tetto, non potendo andare da nessun’altra parte. E ora? Ora che siamo in piena fase 3 tutto riparte, speriamo anche il desiderio, ma per dare una spinta cosa c’è di meglio dell’ennesima task force? Niente, a giudicare dalle scelte di governo, soprattutto se a guidarla c’è un virologo di fama come il professore e infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, punto di riferimento per la ricerca sull’HIV e oggi anche sulla Covid-19. Così la ricerca diventa parte della campagna globale “Let’s not get back to normal” ed è incentrata sulla trasmissione di messaggi positivi di cambiamento e superamento di una precedente, e non sempre corretta, normalità in ambito sessuale.

LO STUDIO
«La pandemia ci ha costretto per motivi di sicurezza all’isolamento sociale. Questa condizione ha generato degli effetti psico-sessuali a breve e a lungo termine. Aumentati i sentimenti di ansia, ossessività, compulsività per il contagio ed effetti simil depressivi; si sono drasticamente ridotte le pratiche sessuali, compreso il petting, con i partner occasionali ma anche con il partner stabile», spiega Sonia De Balzo, sessuologa specialista in psicologia clinica e dello sviluppo dell’ospedale Cotugno di Napoli. Ovviamente si sono infatti mantenute stabili le attività sessuali praticabili in autonomia e la visione di materiale pornografico, mentre sono drasticamente crollate quelle che prevedono il contatto fisico e che invece svettavano nella fase pre-quarantena. Crollati i rapporti occasionali al 3% gli incontri via app al 6% Per i non conviventi l’astinenza ha toccato il 95 per cento: anche se qualcuno - come hanno raccontato le cronache- ha sfidato le prescrizioni da Dpcm e si è avventurato verso la casa dell’amante. Scenario sicuramente molto diverso per i partner conviventi, che solo nel 65% dei casi hanno visto ridurre la propria attività sessuale: niente desiderio per il 62%. Inoltre il periodo di quarantena forzata ha avuto, sulle coppie conviventi, un forte impatto sui livelli di soddisfazione sessuale. Nello specifico, dalla ricerca Durex è emerso che la percentuale di soddisfatti della propria attività sessuale è diminuita dal 73% al 58%, mentre gli insoddisfatti sono aumentati dal 17% al 22%, con un restante 10% che è andato a incrementare il gruppo dei neutrali, passato dal 10% al 20%.

LA CAMPAGNA
E ora? Si riparte da questo dato: più della metà degli intervistati ha dichiarato che l’isolamento non ha cambiato le abitudini e le attenzioni legate alla propria igiene sessuale e che prima di Covid-19 solo un italiano su due era solito utilizzare il preservativo come contraccettivo. Evidenze che - si legge in una nota - sottolineano l’importanza della campagna “Safe is the new normal”, promossa da Durex che insieme ad Anlaids, associazione italiana che si batte per fermare diffusione dell’Aids, ha dato vita a una task force multidisciplinare costituita dal virologo Galli, dalla sessuologa Sonia de Balzo, specialista in psicologia clinica e dello sviluppo dell’Ospedale Cotugno di Napoli, da Alberto Venturini, psicoterapeuta cognitivo comportamentale dell’Ospedale Galliera di Genova e da Alessandra Scarabello, dermatologa allo Spallanzani di Roma. «È di primaria importanza sollecitare l’opinione pubblica ad adottare un approccio consapevole su quanto ci accade intorno - sottolinea la sessuologa de Balzo - al fine di promuovere un’opera di sensibilizzazione riguardo alla prevenzione del contagio del virus Covid-19, e ancor di più, del virus dell’Hiv e delle altre malattie a trasmissione sessuale». Mentre secondo il professor Galli, non può stupire che «una malattia trasmissibile per via aerea e per contatto diretto abbia condizionato anche i comportamenti sessuali di questo periodo. Eppure la crisi causata da Covid offre l’opportunità di ripartire “bene” anche da questo punto di vista, cogliendo l’opportunità di programmi educativi volti ad estendere i comportamenti responsabili anche all’ambito sessuale».

IL SÌ DI BORIS
Comportamenti responsabili che hanno il via libera anche in Gran Bretagna.
Dallo scorso week end via alla possibilità di dormire in casa della «persona amata» per chi vive da single. Ai single adulti, purché non facciano parte delle categorie dei più vulnerabili (anziani, malati cronici), viene infatti aperta la porta di un minor isolamento. Il meccanismo spiegato da Johnson è quello della cosiddetta “support bubble”, una sorta di “cellula di sostegno”. E «se necessario» - parola di Boris - trascorrere «la notte insieme» in una casa o nell’altra. Il premier conservatore non è entrato in dettagli intimi, osservando genericamente che il single di turno potrà scegliersi la compagnia di un altro «nucleo»: il che può voler dire una persona singola ma anche la propria famiglia o magari una famiglia di amici. Quindi fine della limitazione del sesso fra non conviventi: norma la cui violazione - per un incontro clandestino con l’amante spiattellato da un giornale - è costato ad esempio le dimissioni dal comitato di esperti del governo (Sage) all’epidemiologo Neil Ferguson, l’accademico accreditato di essere stato in prima linea a convincere Johnson ad adottare il lockdown e che peraltro lo rimprovera ora di aver atteso almeno una settimana di troppo. Però sia chiaro: la “support bubble” non potrà essere moltiplicata, per rimanere nella legalità, infatti, ha chiarito BoJo, i single dovranno frequentare una sola casa, a parte la propria. Non tanto per un fatto di promiscuità, quanto per evitare di far proliferare i rischi di contagio.
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