Covid, ricoveri dimezzati e nuovi casi giù: ecco i dati che aprono alla ripartenza

Venerdì 14 Maggio 2021 di Diodato Pirone
Covid, ricoveri dimezzati e nuovi casi giù: ecco i dati che aprono alla ripartenza

Non ne siamo fuori ma il calo della pericolosità della pandemia da Sars CoV-2 si fa di giorno in giorno più evidente. I ricoveri ospedalieri, infatti, si sono quasi dimezzati nell'arco di un mese e cala di settimana in settimana la pressione sulle terapie intensive tanto che solo due Regioni si collocano attualmente sopra la soglia critica.

Un trend positivo che si riflette anche nei dati del bollettino quotidiano del ministero della Salute, che rileva 8.085 nuovi positivi al test del coronavirus nelle ultime 24 ore e 201 vittime, in calo rispetto alle 262 dell'altro ieri.
PRESSIONE IN CALO
La rilevazione quotidiana evidenzia anche che il tasso di positività è del 2,8%, sostanzialmente stabile rispetto al 2,5% di ieri.

Sempre nelle ultime 24 ore si registrano inoltre 672 ricoverati in meno nei reparti ordinari e ben 99 pazienti Covid in meno nelle terapie intensive. I posti letti occupati nelle terapie intensive a ieri erano 1.893 un livello così basso non si registrava dal 31 ottobre 2020.


Ma è analizzando i dati nell'arco di un mese che il miglioramento appare più evidente: si sono quasi dimezzati i ricoveri per Covid e si è allentata ulteriormente la pressione sugli ospedali, indica il monitoraggio della Fondazione Gimbe. In 35 giorni, secondo le stime Gimbe, i ricoveri con sintomi nei reparti Covid si sono ridotti infatti del 49,1% e del 45,1% quelli nelle terapie intensive.
I RIFLESSI
Nella settimana dal 5 all'11 maggio i ricoverati con sintomi sono così diminuiti di 3.239, pari al 17,8%, e i ricoveri nelle terapie intensive sono diminuiti di 371, pari al 5,1%. Nella stessa settimana i nuovi casi si sono ridotti del 19%, a 63.409 contro i 78.309 della precedente e i decessi sono diminuiti del 15,4%, a 1.544 da 1.826.

 


«L'ulteriore calo dei nuovi casi settimanali riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un'Italia tutta rosso-arancione», osserva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. La tendenza è alla riduzione dei casi in tutte le regioni, ma continua a salire leggermente, precisa, «l'indice di contagio Rt medio calcolato dall'Istituto Superiore di Sanità, che rispetto al valore di 0,85 della scorsa settimana, ha raggiunto lo 0,89».
LE SOGLIE
Tuttavia, il diminuire della pressione sulle terapie intensive è il segnale che lascia maggiormente sperare. A livello nazionale, secondo gli ultimi dati dell'Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) relativi alla giornata del 2 maggio, il numero delle terapie intensive occupate da pazienti Covid si attesta al 22%, ben 8 punti sotto la soglia critica del 30%.

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E scendono a 2 le regioni che superano tale soglia oltre la quale diventa difficile la presa in carico di malati non Covid: Lombardia e Toscana. Una discesa decisa, da Nord a Sud Italia, se si considera che ancora, il 27 aprile le terapie intensive Covid erano al 30% a livello nazionale e 7 le regioni oltre questo valore. E cala ancora, attestandosi al 23%, anche la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid-19 nei reparti ospedalieri ordinari, restando quindi ben al di sotto della soglia di allerta del 40% (superata solo dalla Calabria).
Nonostante tale quadro, vi sarebbe tuttavia una frenata della riduzione dei decessi secondo il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo Mauro Picone del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La tendenza delle «ultime cinque settimane alla riduzione dei decessi presenta segni di frenata. Questo risultato - spiega - è stato ottenuto tramite l'analisi della curva della variazione percentuale a sette giorni della sequenza dei decessi giornalieri».

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L'analisi delle curve dell'incidenza dei decessi a livello regionale rivela inoltre, sottolinea Sebastiani, che «la Toscana è in lenta discesa; per il Piemonte, come accade a livello nazionale, la discesa è in frenata; la Lombardia, la Campania, la Sardegna e la Sicilia sono invece in stasi, e la Calabria é in fase di crescita».
 

Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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