Covid, centomila infetti più dell'estate scorsa. «Ma in autunno il contagio non crescerà»

Giovedì 19 Agosto 2021 di Mauro Evangelisti
Centomila infetti più dell'estate scorsa. «Ma in autunno il contagio non crescerà»

Il 18 agosto del 2020 ci avvicinammo alla nuova ondata di settembre-ottobre con una base di attualmente positivi di 15mila italiani e con 900 pazienti ricoverati. Un anno dopo i numeri sono molto più elevati, frutto di una maggiore libertà (non c'è mai stato il lockdown totale come nella prima parte del 2020) e della diffusione della variante Delta, sette volte più rapida nel contagiare. Oggi la base di attualmente positivi è otto volte più estesa di un anno fa, 120mila italiani, è i ricoverati per Covid sono 4mila.

Oggi abbiamo 7mila casi al giorno, un anno prima erano 400. Nel 2020, con l'autunno, esplosero i contagi e già a ottobre arrivammo a 20mila casi al giorno, a novembre 40mila. Se si dovessero ripetere le stesse proporzioni, sarebbe un disastro, arriveremmo a punte di 70mila casi al giorno. Ovviamente, non sarà così. Però resta la domanda: ci attende una nuova ondata altrettanto violenta che partirà però da numeri molto più alti rispetto a quelli dell'estate 2020? «Io non vedo un parallelismo, non mi aspetto lo stesso tipo di incremento», dice il professor Roberto Cauda, primario di Malattie infettive al Policlinico Gemelli di Roma.

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I cambiamenti

Concorda il professor Massimo Galli, primario dell'Ospedale Sacco di Milano: «Nel 2020 non avevamo i vaccini, oggi ci sono e funzionano. In ospedale finiscono soprattutto coloro che non si sono vaccinati. Non solo: il tasso di reinfezione, anche con la variante Delta, permane molto basso, in Italia abbiamo già avuto 4,2 milioni di persone che hanno superato l'infezione, probabilmente quelle reali sono molti di più. Tra vaccinati e italiani che sono state positivi, il numero di coloro che hanno una protezione comincia a essere consistente. Però, se vogliamo evitare un autunno difficile, dobbiamo proteggere gli over 50 non ancora vaccinati».

Secondo il professor Pier Luigi Lopalco, docente all'Università di Pisa e assessore alla Sanità in Puglia, è sbagliato pensare che ci attenda una ondata devastante in autunno come avvenne nel 2020: «Probabilmente la quarta ondata la stiamo affrontando ora; la variante Delta, come successo in altri Paesi europei, è stata molto violenta, ma non sta scritto da nessuna parte che a ottobre debba dare un'altra accelerazione». Se si esclude il caso Sicilia (che però paga un numero basso di vaccinati ma anche di immunizzati in modo naturale), nel resto d'Italia il picco dei contagi sembra già essere stato raggiunto. Avverte, però, il professor Roberto Cauda è preoccupato: «Si stanno facendo pochi tamponi, siamo a 220 mila, ma bisogna mantenere molto più alta la guardia dei controlli. Detto questo, anche io sono convinto che non ci sarà una nuova impennata con la stessa violenza che vedemmo nell'autunno del 2020: l'anno scorso non avevamo i vaccini. Vero, la variante Delta è molto più contagiosa, ma se riusciremo ad aumentare il numero degli italiani protetti tra i 4 milioni di over 50 non ancora vaccinati, allora la situazione sarà gestibile. Poi, certo, questa pandemia ci ha abituato a essere prudenti con le previsioni. Ma con i dati attuali, lo scenario autunnale non è sovrapponibile a quello del 2020».

Velocità del contagio

Anche secondo Cauda, inoltre, la quarta ondata sta rallentando: «Il tempo di raddoppio dei casi prima era di 6-7 giorni, poi è passato a 11-12, ora è a 16-17, la curva è sempre in salita, però tende ad appiattirsi, potremmo raggiungere il famoso picco alla fine di agosto». Il futuro, anche se è presto per affermarlo perché è ancora troppo vasta la platea di chi non è protetto, ci porterà a uno scenario in cui non conteranno più i nuovi casi positivi, ma si guarderà solamente ai ricoveri, ai malati. «Sì, ma questo solo quando avremo vaccinato molte più persone», avverte Cauda.
 

Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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