Covid, riunione dell'Unione Europea il 4 gennaio sugli arrivi dalla Cina

Ancora una volta, l'oscurantismo informativo cinese nasconde i dati ufficiali

Sabato 31 Dicembre 2022
Covid, qual è la situazione in Cina? Contagi, morti e perché il virus è di nuovo esploso

I paesi dell'Ue si incontreranno mercoledì 4 gennaio per discutere una risposta congiunta al tema dei viaggiatori provenienti dalla Cina, dopo l'impennata di casi di Covid nel Paese.

Lo ha annunciato la Svezia, che domani assumerà la presidenza del semestre Ue. «La Svezia sta cercando una politica comune per l'intera Ue circa l'introduzione di possibili restrizioni all'ingresso», ha dichiarato in una nota il governo di Stoccolma. Che ha convocato per mercoledì una riunione del meccanismo di gestione delle crisi del Consiglio (Ipcr): «È importante mettere in atto rapidamente le misure necessarie».

Le misure

Francia e Regno Unito si aggiungono alla lista di paesi che stanno decidendo di imporre test Covid agli arrivi dalla Cina. Ira di Pechino, che parla di «sabotaggio». L'Oms chiede alle autorità cinesi di condividere in tempo reale i dati sulla epidemia. La situazione «è imprevedibile» e l'Italia deve «prepararsi» a un inverno con più rischi: così una circolare del Ministero della Salute avverte le regioni e chiede di rafforzare sorveglianza e sequenziamenti. "Potrebbero tornare le mascherine al chiuso", dice Schillaci.

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Quante persone sono infette?

Con la prudenza necessaria per prendere per veri i dati forniti dalle autorità cinesi, i casi ufficialmente confermati sono 815.995. Tuttavia, con l'eliminazione dei test obbligatori, la contabilità vera e propria è stata molto complicata, ma le immagini che arrivano dagli ospedali cinesi non sono incoraggianti.

Quanti morti ci sono in Cina in questa nuova crisi?

Ancora una volta, l'oscurantismo informativo cinese nasconde i dati ufficiali. Secondo il governo di Pechino, negli ultimi 28 giorni sono morte per Covid 787 persone, ma gli ospedali del Paese contano solo coloro che sono morti per polmonite o insufficienza respiratoria e non quelli che potrebbero morire per le conseguenze sottostanti.

 

Quali paesi hanno preso provvedimenti?

L'OMS ha chiesto ai Paesi di adottare le misure necessarie. I primi a prendere decisioni sono stati i Paesi confinanti con la Cina:

  • Giappone
    A partire dal 30 dicembre, tutti i viaggiatori in arrivo dalla Cina devono sostenere un test, indipendentemente dalla loro nazionalità. Inoltre, i voli diretti con Cina, Macao e Hong Kong saranno limitati a un numero molto limitato di aeroporti.
  • India
    I viaggiatori provenienti da Cina, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud, Singapore e Thailandia devono pubblicare un test PCR negativo prima di viaggiare con 'Air Suvidha', una sorta di passaporto Covid che era già utilizzato nei giorni difficili della pandemia.
  • Taiwan
    In un Paese che aveva già serie difficoltà nel rapporto politico con la Cina, il timore di contagi importati da lì li ha portati a prendere misure intense. I taiwanesi che viaggiano da lì a gennaio dovranno sostenere un test all'atterraggio. Se vengono dall'estero e risultano positivi anche loro, devono mettere in quarantena per cinque giorni a proprie spese.
  • Italia
    Il primo Paese europeo a prendere provvedimenti è stata l'Italia, grazie alle relazioni commerciali che intrattiene con la Cina attraverso, tra l'altro, l'industria tessile. Giorgia Meloni ha imposto un test rapido obbligatorio in tutti gli aeroporti per i viaggiatori provenienti da lì.

Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 01:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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