Allarme dalla Cina: una nuova ondata di Covid-19 è in corso, con un picco da circa 65 milioni di casi a settimana atteso a fine giugno secondo le previsioni di Zhong Nanshan, il principale esperto di malattie respiratorie del gigante asiatico, intervenuto a Guangzhou al Greater Bay Area Science Forum.
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L'ondata in corso non dovrebbe dunque produrre sugli ospedali cinesi gli effetti travolgenti visti lo scorso inverno dopo l'abbandono della politica Zero Covid.
Wang Guangfa, esperto di malattie respiratorie del Peking University First Hospital, ha però sottolineato al Global Times l'importanza per le persone fragili di adottare opportune misure di prevenzione.
IL PARERE DI PREGLIASCO
«Le varianti XBB» di Sars-CoV-2, che in Cina stanno alimentando una nuova ondata Covid per cui si attende un picco da circa 65 milioni di casi a settimana a fine giugno, «di sicuro hanno caratteristiche di trasmissibilità e immunoevasione» tali da far prevedere «anche da noi un possibile rialzo dei contagi fra 2-3 mesi». Se lo aspetta per l'estate alle porte Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano. Ma sarà «un rialzo non importante, probabilmente senza un impatto significativo in termini di casi gravi», spiega l'esperto all'Adnkronos Salute. «Il virus rimarrà con noi - ribadisce Pregliasco - con andamenti ondulanti e non sincroni a livello mondiale», guidati nelle diverse aree del mondo «dai livelli di immunità ibrida acquisita dalla popolazione (il mix tra vaccinazione, infezione e vaccinazione più infezione) e dalla distanza dall'ultima onda. Noi al momento siamo in una fase decrescente perché abbiamo subito un'onda di risalita poco tempo fa», ma nel prossimo futuro «un rialzo è possibile» con il calo dell'immunità ibrida, quindi con l'aumento del bacino dei vulnerabili al contagio, e con la diffusione di mutanti trasmissibili e immunoevasivi come i ricombinanti di Omicron XBB.
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AVIARIA
Il Brasile intanto, ha dichiarato l'emergenza sanitaria e veterinaria per 180 giorni su tutto il territorio nazionale a causa del rilevamento del virus dell'influenza aviaria H5N1 in alcuni uccelli selvatici: lo stabilisce un'ordinanza del ministero dell'Agricoltura. Nel Paese sono stati rilevati finora cinque casi del sottotipo H5N1 in alcuni esemplari della specie Thalasseus acuflavidus, noti come 'Trinta-rè is-de-bandò (beccapesci), di cui quattro nello Stato di Esprito Santo e uno in quello di Rio de Janeiro. L'Associazione brasiliana delle proteine ;;animali (Abpa) ha affermato che la misura adottata dal ministero era già «prevista e ampiamente discussa» con il settore produttivo. Si indaga intanto sul primo caso di H5N1 segnalato il 17 maggio in un 61enne a Esprito Santo.
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