Covid, Ciciliano (Cts): «In aumento i casi gravi soprattutto tra i bambini: vaccinarli sarà decisivo»

Il membro del Cts: "Il vaccino il più bel regalo che Babbo Natale possa fare quest'anno"

Lunedì 6 Dicembre 2021 di Mauro Evangelisti
Covid, Ciciliano (Cts): «In aumento i casi gravi soprattutto tra i bambini: vaccinarli sarà decisivo»

«Dobbiamo proteggere anche i bambini. Per la loro salute, visto che purtroppo si comincia a registrare casi severi. E per garantire le lezioni in presenza».
Fabio Ciciliano, medico con esperienza nella Polizia di Stato e nella Protezione civile, fa parte del Comitato tecnico scientifico dall'inizio: ora vede all'orizzonte una gestione sempre meno emergenziale della pandemia.

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Tra 10 giorni comincia la vaccinazione dei bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Quanto è importante un'ampia copertura?
«Importantissimo. Una popolazione vaccinata in tutte le fasce di età risulta più impermeabile e protetta all'azione del Sars-CoV-2 che sta registrando una recrudescenza di circolazione in questo periodo autunno-invernale. Serve per abbattere mortalità, rischio di ricovero e trasmissione del contagio. E per i bambini in età scolare, proteggere e proteggersi assume un ulteriore fondamentale significato pratico per continuare ad andare a scuola in presenza e non ricorrere più alla Dad. Abbiamo la memoria troppo corta. Abbiamo già dimenticato le condizioni dei nostri bambini quando sono stati obbligati alla didattica da casa durante la prima fase della pandemia».
Molti genitori dicono: il Covid non colpisce in modo grave i bambini.
«Non è vero.

Anche se il Covid-19 colpisce meno i bambini rispetto ad altre fasce di età, può purtroppo causare anche gravi quadri patologici, fino alla morte. Ad oggi registriamo 34 casi di decesso nella fascia 0-19 anni (7 casi nella fascia 16-19; 8 nella fascia 12-15; 9 nella fascia 6-11; 5 nella fascia 3-5; 5 nella fascia 0-3 anni). In queste ultime settimane si è assistito ad un costante aumento dei casi di contagio e, nell'ultimo monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità, il maggior numero si è registrato proprio nella fascia di età 0-9 anni. Per questo, è cruciale che a tutti i livelli la comunicazione istituzionale, d'emergenza, social, di tv e giornali illustri in maniera responsabile dati, argomenti e riferimenti in maniera semplice, chiara e lineare. Così i genitori potranno in maniera consapevole procedere alla vaccinazione dei propri figli. Troppi errori sono stati commessi nella comunicazione in questa pandemia, anche dando voce a persone improbabili solo per alimentare il dibattito pseudoscientifico che ha contribuito ad ingenerare ulteriore confusione, oppure raccogliendo voci di colleghi che si sono espressi su personali sensazioni e non sulle evidenze scientifiche».

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Perché per ora l'Italia ha numeri meno drammatici dei Paesi vicini?
«L'imponente campagna vaccinale nazionale e le misure come il Green pass hanno consentito di controllare i numeri dei contagi concedendo al Paese la possibilità di restare sostanzialmente aperto in tutte le attività. Un ottimo risultato che non deve essere vanificato con comportamenti irresponsabili».
Il Super green pass scade 15 gennaio. Non è illusorio pensare che tra poco più di un mese sia tutto risolto?
«Green pass e Super green pass costituiscono strumenti di emergenza e come tali termineranno la loro funzione non appena le condizioni epidemiologiche lo consentiranno. Si sono dimostrati strumenti versatili che hanno consentito il ritorno precoce alla libertà di circolazione dei cittadini in sicurezza e, proprio per questo, il principio è stato imitato anche in altri Paesi».
Il Cts ha perso un ruolo di centralità? Non sarebbe giusto scioglierlo?
«Oggi agisce in una fase completamente diversa della pandemia. Non è più il tempo in cui ci si riuniva ogni giorno o più volte al giorno per definire azioni tempestive di contrasto alla circolazione virale con le limitate informazioni che venivano dalla comunità scientifica internazionale. L'Italia è stato il primo Paese occidentale ad essere stato colpito dal Sars-CoV-2 e non esistevano modelli a cui potersi riferire. Abbiamo fatto da apripista per gli altri Paesi che si sono ispirati alle nostre modalità organizzative. Il Cts ha avuto il merito di accompagnare il Paese verso le riaperture e supportare il governo nelle scelte. Oggi è diverso. La metodologia di approccio al problema è ben consolidaun ta. Prima o poi dovremo muoverci verso il ritorno all'ordinario. Il Cts potrà avere ancora ruolo».

 


Come dobbiamo comportarci per viaggi e pranzi di Natale?
«Sarà un Natale quasi normale, compresi gli spostamenti. Non è paragonabile a quello dello scorso anno. Se continueremo ad usare comportamenti responsabili e continueremo a vaccinarci, anche l'inverno che verrà trascorrerà tutto sommato senza particolari criticità. Facciamo che il vaccino possa rappresentare il più bel regalo che Babbo Natale ci possa fare quest'anno».
 

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 12:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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