«Stanno continuando a trasferire i pazienti da un reparto all'altro, senza aver fatto nemmeno i tamponi, lo fanno la sera di nascosto, gli anziani continuano a morire, la situazione non è migliorata». È il racconto di un'operatrice sociosanitaria che da «31 anni» lavora al Pio Albergo Trivulzio di Milano e adesso si trova alle prese con l'emergenza coronavirus. «La prima mascherina nel mio reparto si è vista il 22 marzo», ha aggiunto, spiegando che lei «il 12 marzo chiese di averne una, ma a me come ad altre colleghe che le avevano portate da casa venne intimato dalla caposala di non usarle».
Trivulzio, l'accusa dei dipendenti alla dirigenza: «Ci hanno lasciato soli contro il virus»
«Al Trivulzio gli anziani non venivano separati»: così l'istituto è diventato focolaio
Intanto è in corso da stamani un'ispezione dei carabinieri del Nas all'Istituto Frisia di Merate (Lecco), residenza per anziani che fa capo al Pio Albergo Trivulzio. Da quanto si è appreso, i militari si trovano nella sala riunioni della struttura insieme ai dirigenti e stanno acquisendo documentazione. Oggi proseguono anche i controlli, come avvenuto nei giorni scorsi, del Nucleo antisofisticazione e sanità di Milano, guidato dal tenente colonnello Salvatore Pignatelli, in altre Rsa di 4 province lombarde: oltre a Milano, anche a Monza, Como e Varese.
La procura di Firenze nel frattempo ha aperto un'inchiesta sui morti nelle Rsa.
La denuncia. «La situazione al Trivulzio è molto critica.
Coronavirus Trivulzio, l'infermiera: «Continuano a trasferire i pazienti in altri reparti senza tamponi». I parenti: «Da marzo a oggi 200 morti su 1.000 degenti»
Lunedì 20 Aprile 2020Dalle informazioni non ufficiali, da inizio marzo sono circa 200 gli anziani deceduti su 1.000 degenti, circa 200 sono quelli positivi, il personale è fortemente sotto organico, su 1.100 operatori sanitari quasi 300 sono a casa in malattia. Bisogna intervenire subito per salvare le vite dei nostri genitori e nonni». Lo scrive in una nota Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato Giustizi per le vittime del Trivulzio: «c'è un silenzio assordante da parte delle Istituzioni, a partire dalla Regione, responsabile della gestione sanitaria».