Covid, misure anti-focolai: nel Lazio test sierologici a chi torna dalla Romania

Venerdì 24 Luglio 2020 di Mauro Evangelisti
Covid, misure anti-focolai: nel Lazio test sierologici a chi torna dalla Romania

Test sierologici alle badanti che tornano a Roma dai Balcani. Oggi la Romania vive una situazione simile a quella dell'Italia nei giorni più bui di marzo, sia pure con meno vittime: ieri 1.112 nuovi casi positivi, per un totale di 41.275 (oltre quattromila solo a Bucarest). Da varie città del Paese balcanico stanno rientrando, in questi giorni, migliaia di romeni che lavorano nel Lazio, a partire dalle badanti (ma non solo). Si muovono con i pullman a basso costo che arrivano alla stazione Tiburtina dopo oltre 20 ore di viaggio, con le auto private, ma anche con i voli low cost di Ryanair e Wizzair (solo ieri a Ciampino sono atterrati due aerei provenienti da Bucarest).

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FRONTIERE
Si tratta di una nazione dell'area Schengen, dove non ci sono limiti agli spostamenti. Dunque è molto più complicato ipotizzare blocchi o controlli. Solo ieri nel Lazio sono state trovate positive due donne romene tornate dalla Romania che a Roma lavorano come badanti, si occupano di assistenza ad anziani o a persone non autosufficienti. Erano su un bus che copriva la linea Bacau-Roma (24 ore di viaggio) e ora la Regione Lazio è stata costretta ad attivare tutte le procedure di tracciamento. Altri due casi, sempre badanti, erano stati identificati in arrivo dalla Romania qualche giorno fa. Il timore che, dopo il Bangladesh, l'India e il Pakistan, il Paese balcanico diventi un nuovo fronte aperto, con un flusso costante di persone inconsapevolmente positive, è alto. Non solo: chi per lavoro assiste anziani e non autosufficienti, necessariamente avvicina i soggetti più fragili, i più a rischio per gli effetti di Covid-19. Per questo motivo alla Regione Lazio stanno pensando a un'operazione di screening simile a quella organizzata con la comunità del Bangladesh, che ha consentito di individuare decine di positivi che altrimenti, inconsapevolmente, avrebbero potuto fare da trasmettitori del virus sulle strade di Roma.

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Controllare tutte le badanti che tornano dalla Romania è però una operazione perfino più complessa. Riflette a voce alta l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato: «Dico la verità, il tema delle badanti che tornano dalla Romania, una nazione in cui in questi giorni il virus sta circolando molto, ci preoccupa. Ho visto che i pullman provenienti dalla Romania hanno alcuni accorgimenti per limitare il contagio, però non basta. Per questo stiamo ipotizzando di fare il test sierologico a tutti, ma bisogna capire come organizzarci. Ci sono due ipotesi: effettuare i test sierologici direttamente alla stazione, quando arrivano i pullman, o al contrario organizzare dei drive in solo per loro. Una cosa è certa: qualcosa dobbiamo fare».

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INSIDIE
Secondo D'Amato è necessario intervenire, e in fretta, con la prevenzione e lo screening, per due ragioni: «Queste persone sono indispensabili, ma hanno a che fare con anziani e soggetti fragili: è un elemento molto pericoloso. Inoltre, queste donne stanno tornando da città della Romania in cui il virus sta aumentando in modo esponenziale. Noi dobbiamo intervenire, anche perché più in generale anche in Italia i casi positivi stanno aumentando di nuovo. Per un fatto statistico e a causa dei comportamenti imprudenti, ci troveremo in difficoltà ben prima dell'autunno. Lo sto dicendo da giorni». Ieri, nel Lazio, tra i 26 nuovi casi positivi (uno dei dati più alti delle ultime settimane) dodici erano di importazione: non solo le signore romene, ma anche 4 dal Bangladesh, 3 dall'India, uno dal Venezuela, uno dalla Lituania e uno dal Marocco.
 

 

Ultimo aggiornamento: 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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