Booster Moderna e Pfizer, quali effetti collaterali? Le differenze con sintomi prima e seconda dose

«Dal punto di vista qualitativo - spiega Francesco Menichetti, ordinario di malattie infettive - possiamo dire che gli effetti sono sovrapponibili in entrambi i vaccini a mrna»

Martedì 21 Dicembre 2021 di Graziella Melina
Booster Moderna e Pfizer, quali effetti collaterali? Differenze sintomi con prima e seconda dose

Se non fosse per il fastidio che si avverte sul braccio subito dopo l’inoculazione, la terza dose del vaccino anticovid per molti potrebbe addirittura passare inosservata. Gli effetti collaterali che si manifestano dopo aver ricevuto il booster sono infatti lievi e a volte inferiori rispetto alle somministrazioni precedenti.

Ogni soggetto, come noto, può reagire manifestando disturbi diversi, ma in linea di massima finora non sono stati segnalati particolari effetti dopo la terza iniezione.

Terza dose, gli effetti collaterali 

«Dal punto di vista qualitativo - spiega Francesco Menichetti, ordinario di malattie infettive dell’università di Pisa e direttore di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana - possiamo dire che gli effetti sono sovrapponibili in entrambi i vaccini a mrna. Quindi, ci dobbiamo aspettare sostanzialmente, sia con Pfizer che con Moderna, dolore nella sede dell’iniezione. Questo disturbo capita all’incirca ai due terzi dei vaccinati. Ma sono molto frequenti anche senso di spossatezza e affaticamento. In questo caso, il fastidio è riportato da uno su due dei vaccinati, e può essere associato anche a mal di testa. La cefalea si osserva circa nel 40% dei casi». Dopo aver ricevuto la terza dose può anche capitare di avvertire dolore muscolare. «In particolare - ricorda Menichetti - sono stati riferiti dolori articolari, e con Pfizer anche brividi».

In alcuni soggetti, dopo aver ricevuto la terza dose, con il vaccino Pfizer è stato segnalato un ingrossamento linfonodale ascellare. «È un disturbo più frequente dopo la terza dose rispetto alle prime due, ma non deve preoccupare - assicura Menichetti - Si tratta infatti di un effetto che non ha grande rilievo e che si risolve in poco tempo». Se gli effetti collaterali dopo la terza dose si possono manifestare con maggiore evidenza nei giovani, in generale invece gli anziani sono meno colpiti dai disturbi post vaccinazione. A tranquillizzare, a prescindere dall’età, è comunque il fatto che in genere i disturbi dopo la terza iniezione sono inferiori rispetto alle dosi precedenti. «Un dato ricorrente in generale - precisa l’infettivologo - è che la terza dose ha una frequenza di eventi avversi molto inferiore rispetto alle prime due».

 

Per chi invece si sottopone all’eterologa, ossia riceve un diverso tipo di vaccino per la terza dose, il discorso però cambia. «Se ci riferiamo alla terza dose con vaccino a rna messaggero in chi ha fatto la precedente profilassi con uno a vettore virale - precisa Menichetti - possiamo considerare una reattogenicità lievemente superiore. In sostanza, si manifestano gli stessi disturbi che abbiamo citato, ma con una intensità forse maggiore. Ricordiamo che con Pfizer non sono stati segnali casi di miocardite, pericardite o altri disturbi, la casistica è limitata, ma in generale si conferma un’ottima tollerabilità. Dunque, l’entità di questi disturbi in generale è modesta, è più attenuata e meno frequente rispetto alle prime due dosi».

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Quanto agli eventi avversi rari, con la terza dose non sono stati segnalati particolari criticità. «Ricordiamo che gli eventi avversi anche dopo la terza iniezione si manifestano entro le 48 ore. È improbabile che si osservino reazioni gravi se nelle prime due somministrazioni non ce ne sono state. Ovviamente, ogni soggetto ha una reazione specifica, ma in generale sappiamo che l’aspettativa dei disturbi con la terza dose è molto più bassa». Come indicano i dati del ministero della Salute, le reazioni anafilattiche ai vaccini sono rare, ossia pari a circa 1,31 casi per milione di dosi. Il tasso di reazioni anafilattiche per i vaccini Pfizer- BioNTech e Moderna è di 11,1 casi di per un milione di dosi, superiore quindi a quello dei vaccini anti-influenza, ma sempre con una bassissima incidenza.

La raccomandazione, anche per la terza dose, per chiunque abbia una storia di allergia, è di farlo presente al medico vaccinatore, che in questi casi prolungherà il tempo di osservazione dopo la somministrazione del farmaco anticovid oltre i 15 minuti indicati per tutti gli altri soggetti. Gli esperti ricordano, poi, che in ogni caso gli eventi allergici solitamente avvengono immediatamente dopo la vaccinazione e quindi sono facilmente gestibili dal medico che somministra il farmaco anticovid. Come già avvenuto per le inoculazioni precedenti, gli hub vaccinali sono attrezzati per prendersi cura dei soggetti che si sottopongono alla profilassi, dispongono infatti di personale e farmaci per intervenire in caso di reazioni allergiche, secondo i protocolli di sicurezza già previsti per tutte le altre tipologie di vaccinazione.

Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 14:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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