La morale del caso AstraZeneca: non facciamone il vaccino di Sisifo

Lunedì 15 Marzo 2021 di Maurizio Ridolfi
Il dottor Maurizio Ridolfi

Maurizio Ridolfi è medico di famiglia a Roma. In questo rubrica racconta l'esperienza  di un dottore che combatte la pandemia sul campo

Già molti secoli fa, gli antichi greci narravano l’uomo sotto forma di racconti che ne
tratteggiavano la vita ed i vizi.
Il mito della “Fatica di Sìsifo” descrive il supplizio di un uomo condannato da Zeus a
sospingere con strenua fatica, senza sosta ed in eterno, un gigantesco masso verso la
cima di una montagna per vederlo poi rotolare a valle a pochi passi dalla vetta.

Una “fatica di Sìsifo” ha quindi preso il significato di uno sforzo enorme che non
porta a risultato, tanto che il filosofo Camus lo prese a prestito per esprimere a suo
modo l’assurdità dell’esistenza umana.
Una volta si diceva che gli studi classici fossero una buona base per diventare un
medico. Sicuramente hanno contribuito a riportarmi alla memoria Sìsifo in questo
delicato frangente storico.

Dilaniati nella salute, nell’economia e nell’animo dalla peggiore pandemia dai tempi
della Spagnola, siamo riusciti ad avere, in tempi straordinariamente ed
eccezionalmente brevi, più di un vaccino che abbia dimostrato una ottima efficacia.
Ciononostante, rischiamo di non poterne beneficiare appieno.

Ho iniziato, e con me molti colleghi, a vaccinare i pazienti ma ho a disposizione solo
11 (undici) vaccini a settimana. Per richiederli dobbiamo compilare moduli digitali,
moduli cartacei, andare di persona a ritirarli in depositi distanti dai nostri studi con
finestre orarie ridotte e vincolanti, organizzare la vaccinazione al di fuori dei nostri
consueti orari di studio. Ma non importa, ci sentiamo comunque parte integrante di
un momento storico che potrà aprire una nuova era sulla nostra vita riportandoci
alla socialità perduta e salvando vite umane.


Ma ad un tratto, proprio nel momento in cui sarebbe necessario un ulteriore sforzo
nella vaccinazione di massa, ecco le notizie su presunte morti correlate alla
vaccinazione, nello specifico con il vaccino di AstraZeneca.
Indagare le cause è cosa buona e giusta ed è prerogativa propria della scienza.
Ritengo però che il risalto mediatico tenda a travalicare il metodo scientifico
mettendo a serio repentaglio la fiducia della gente nella vaccinazione.


Speriamo quindi che le quindici milioni di persone che finora in Europa sono state
vaccinate senza danni con AstraZeneca siano un buon viatico per confermare la
sicurezza di questo e degli altri vaccini.
Ma sarebbe assai grave, un domani, scoprire che la nostra emotività, non corretta
dalla ragione, ci abbia costretto ad una fatica di Sìsifo.
 

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 15:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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