Alzheimer diagnosticato a uno studente di 19 anni, è il più giovane malato al mondo. Aveva difficoltà nei compiti: ecco come l'hanno scoperto

Lo studente​ ha cominciato a soffrire di perdita di memoria a breve termine: non riusciva a ricordare che cosa fosse successo il giorno precedente o dove aveva messo alcuni suoi oggetti

Giovedì 16 Febbraio 2023
Alzheimer diagnosticato a uno studente di 19 anni, è il più giovane malato al mondo. Aveva difficoltà nei compiti, così l'hanno scoperto

Ha solo 19 anni e soffre di Alzheimer. Un adolescente cinese è la più giovane persona al mondo a cui è stato diagnosticata la malattia, secondo quanto noto in letteratura scientifica. Lo scrive il Journal of Alzheimer’s disease.

La malattia di Alzheimer ad esordio precoce è una forma rara di demenza che colpisce persone di età inferiore ai 65 anni.

Rappresenta dal 5 al 10 per cento di tutti i casi di malattia di Alzheimer . Quasi tutti i pazienti con Alzheimer sotto i 30 anni presentano mutazioni genetiche (PS1, PS2, APP) che predispongono alla malattia. Tuttavia l’adolescente non presentava nessuna delle mutazioni genetiche finora identificate legate alla demenza e questo rende il caso unico perché si sarebbe trattato di una rarissima insorgenza sporadica.

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I sintomi


Il giovane ha cominciato ad avere difficoltà di concentrazione all’età di 17 anni, durante gli studi liceali. La situazione è peggiorata l’anno successivo quando lo studente ha cominciato a soffrire di perdita di memoria a breve termine: non riusciva a ricordare che cosa fosse successo il giorno precedente o dove aveva messo alcuni suoi oggetti. Contemporaneamente ha iniziato ad avere difficoltà a leggere e ad avere reazioni rallentate. La sua memoria è gradualmente diminuita: perdeva spesso le sue cose, non ricordava se avesse o no mangiato, non riusciva a terminare i compiti. Alla fine lo studente ha dovuto abbandonare il liceo.

 

La scoperta


I medici che lo hanno seguito, gli scienziati del National Clinical Reasearch Center for Geriatric Diseases di Pechino, hanno sottoposto il giovane a un test standardizzato approvato dall’Organizzazione mondiale della Sanità per valutare le sue capacità di memoria, che sono risultate compromesse. Il giovane paziente è stato poi sottoposto ad esami più approfonditi: la risonanza magnetica ha evidenziato l’atrofia dell’ippocampo bilaterale e un ipometabolismo nel lobo temporale bilaterale, entrambi segnali tipici dell’Alzheimer . L’esame del liquido cerebrospinale del paziente ha rivelato una maggiore concentrazione di proteina tau, biomarcatore delle malattie neurodegenerative.

«Tutti i dati riportati vanno nella direzione di una diagnosi di Alzheimer sebbene quando si verifica un esordio precoce in genere c’è una base genetica ben chiara che in questo caso non c’è» commenta Alessandro Padovani, direttore della Clinica di Neurologia all’Università di Brescia. «Casi ad esordio giovanile, tra i 28-32 anni sono noti, e sono tutti legati a mutazioni genetiche. Tuttavia non sono mai stati descritti casi così precoci, per lo più slegati da storie familiari o mutazioni genetiche. La storia di questo ragazzo è eclatante perché ci sono già segni evidenti di malattia in un’epoca inaspettatamente anticipata».

«Lo studio - concludono gli autori - ha l’obiettivo di porre attenzione alla malattia di Alzheimer ad esordio precoce. Esplorare i misteri dei giovani con morbo di Alzheimer potrebbe diventare una delle questioni scientifiche più impegnative nel futuro» scrivono gli autori.

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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