Bisfenolo, allarme Efsa: «Nei cibi è rischio per la salute». È già vietato per i biberon

L'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha esaminato l'esposizione alla sostanza tossica: rischi anche al sistema riproduttivo

Mercoledì 19 Aprile 2023 di Stefania Piras
Bisfenolo, la valutazione dell'Efsa: «Rischioso per la salute»

È arrivata una nuova valutazione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare sul bisfenolo, una sostanza chimica che può migrare dagli imballaggi agli alimenti con effetti potenzialmente dannosi. Ma dove si trova questa sostanza già vietata dal 2018 per la produzione di plastica per i biberon? È presente nei rivestimenti interni di lattine e scatole per conservare i cibi. Ma si trova anche in moltissimi altri oggetti di uso quotidiano, dalle bottiglie ai contenitori per cosmetici, fino agli scontrini.

L'Efsa se ne è occupata perché esamina le sostanze che vengono a contatto con il cibo per misurarne la potenziale tossicità. Il bisfenolo è utilizzato su larga scala nel packaging degli alimenti per aumentare la durata di conservazione dei cibi ed evitare che assumano un sapore metallico.

«L'esposizione alimentare al bisfenolo A (BPA) costituisce un problema per la salute dei consumatori di tutte le fasce d'età». È questa la conclusione degli esperti scientifici dell'EFSA nella loro nuova valutazione.

Gli esperti hanno individuato effetti potenzialmente dannosi per la salute del sistema immunitario. In sostanza, ingerire, anche in piccolissime quantità, questa sostanza può causare disturbi autoimmuni come allergie.

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Bisfenolo, cos'è e dove si trova

Il BPA è una sostanza chimica utilizzata in combinazione con altre sostanze chimiche per la produzione di alcune plastiche e resine. È utilizzato, ad esempio, nella plastica policarbonata, un tipo di plastica trasparente e rigida usata per produrre distributori d'acqua, contenitori per alimenti e bottiglie per bevande riutilizzabili.

Si usa anche per produrre resine protettive che si trovano nei rivestimenti interni di scatolame e lattine per alimenti e bevande. Ma si trova anche nei contenitori per cosmetici, nei coperchi metallici per vasetti e bottiglie di vetro. In questo caso l'esposizione avviene attraverso un'ingestione dei cibi o delle bevande che sono inevitabilmente a contatto con quel contenitore. 

C'è una contaminazione del cibo? Non esattamente, però è buona norma - suggeriscono gli esperti -  quando si apre una lattina travasare quegli alimenti o bevande in un piatto o un bicchiere di vetro. Un esempio molto pratico: non bisogna consumare il tonno direttamente dentro la scatoletta che lo contiene. Questo perché le sostanze chimiche come il BPA utilizzate nei contenitori per alimenti possono trasferirsi in piccolissime quantità negli alimenti che contengono. 

Presente in moltissimi oggetti di uso quotidiano

L'esposizione al bisfenolo avviene anche attraverso l'assorbimento della pelle quando si viene a contatto con un oggetto che contiene questa particolare sostanza chimica. Il policarbonato, che contiene bisfenolo, è un materiale molto forte e resistente che può essere stampato ad alte temperature perciò è così versatile e utilizzato. Il suo impiego è diffusissimo, ecco perché anche se si esce dal contesto alimentare troviamo il bisfenolo in una marea di oggetti di uso comune: dai giocattoli, ai cd, le posate di plastica, fino alle attrezzature sportive e le borracce, la carta termica e gli inchiostri. È presente anche negli scontrini dei negozi e nei biglietti dei mezzi pubblici e dei parcheggi. 

La contrarietà dell'Ema

Motivo, questo, per cui c'è una netta divergenza tra agenzie europee a ritenerlo tossico. L'Agenzia europea del farmaco, l'Ema - per dire - non è d'accordo sulla dose giornaliera tollerabile, rivista e diminuita di molto da Efsa in questa ultima valutazione. Le metodologie per la misurazione dell'esposizione al BPA utilizzate dalle agenzie europee sono diverse, si legge nella nota congiunta firmata delle due agenzie, e quindi diversa risulta poi anche l'interpretazione e la quantificazione del rischio per l'uomo. 

Studi ed esami: possibili disturbi autoimmuni

Claude Lambré, presidente del gruppo di esperti scientifici dell'Efsa sui materiali a contatto con il cibo, gli enzimi e i coadiuvanti tecnologici, ha dichiarato: «I nostri scienziati hanno esaminato la sicurezza del BPA in modo molto approfondito nel corso degli anni, a partire dalla nostra prima valutazione completa del rischio della sostanza nel 2006. Per questa nuova valutazione abbiamo esaminato una grande quantità di pubblicazioni scientifiche, tra cui oltre 800 nuovi studi pubblicati dal gennaio 2013. Questo ci ha permesso di affrontare importanti incertezze sulla tossicità del BPA».

«Negli studi abbiamo osservato un aumento della percentuale di un tipo di globuli bianchi, chiamati T helper, nella milza. Essi svolgono un ruolo chiave nei nostri meccanismi immunitari cellulari e un aumento di questo tipo potrebbe portare allo sviluppo di infiammazioni polmonari allergiche e di disturbi autoimmuni», ha affermato.

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Possibili danni anche al sistema riproduttivo e metabolico

Il gruppo di esperti scientifici ha tenuto conto anche di altri effetti potenzialmente dannosi per la salute del sistema riproduttivo, dello sviluppo e metabolico, identificati nella valutazione del rischio.

Henk Van Loveren, presidente del gruppo di lavoro dell'Efsa per la rivalutazione del BPA, ha dichiarato: «Per valutare il gran numero di studi pubblicati dal 2013 - punto di arrivo della nostra precedente valutazione del 2015 - abbiamo applicato un approccio sistematico e trasparente. Abbiamo sviluppato in anticipo un protocollo per selezionare e valutare tutte le prove, con il contributo delle parti interessate e delle autorità competenti degli Stati membri. I nostri risultati sono il frutto di un intenso processo di valutazione durato diversi anni e che abbiamo portato a termine utilizzando i contributi raccolti con una consultazione pubblica di due mesi lanciata nel dicembre 2021». 

Soglia di assunzione più bassa

Rispetto alla precedente valutazione del 2015, Efsa ha abbassato di 20mila volte la dose giornaliera tollerabile (TDI, acronimo di tolerable daily intake) di BPA, ossia la quantità che può essere ingerita quotidianamente nell'arco della vita senza presentare un rischio apprezzabile per la salute. Nel 2015 aveva fissato una TDI temporanea a causa delle incertezze nelle prove, evidenziando la necessità di ulteriori dati sugli effetti tossicologici del BPA.

Ora la TDI corrisponde a 0,2 nanogrammi (0,2 miliardesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno, sostituendo il precedente livello temporaneo di 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno. L'Ema, come detto, è contraria a questo significativo abbassamento del valore. 

È dalla fine degli anni '90 che il bisfenolo è sospettato di avere effetti avversi sulla salute. Dal 2017 è stato classificato in Ue come candidato alla sostituzione. Dal settembre 2018 è vietato in bottiglie di plastica e imballaggi contenenti alimenti per neonati e bambini di età inferiore a tre anni.

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Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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