Bimba uccisa a otto mesi nel Salernitano,
la difesa dei genitori: è morta di polmonite

Martedì 27 Aprile 2021 di Nicola Sorrentino
Bimba uccisa a otto mesi nel Salernitano, la difesa dei genitori: è morta di polmonite

«La bambina è morta per cause riconducibili ad un problema polmonare. Non fu uccisa dal padre». Questa la versione fornita dal legale che assiste Giuseppe Passariello, nell’arringa durata diverse ore, tenuta ieri mattina al tribunale di Salerno, dall’avvocato della difesa, Antonio De Martino.

Sullo sfondo c’è il processo in primo grado nei riguardi dei genitori della piccola Jolanda, morta a 8 mesi a Sant’Egidio del Monte Albino, il 21 giugno 2019. Nella precedente udienza, il sostituto procuratore Roberto Lenza, che rappresenta l’accusa, aveva chiesto per la coppia la condanna all’ergastolo. La sentenza arriverà giovedì, dopo una breve replica del pm e la camera di consiglio dei giudici della Corte d’Assise di Salerno. Ma intanto ieri mattina, il legale di Passariello ha raccontato un’altra verità, supportato da una perizia medica che fornirebbe elementi per una morte dovuta a problemi polmonari. Un’asfissia - secondo la difesa - come conseguenza di una polmonite non curata. L’accusa per i due imputati infatti non è solo di omicidio volontario in concorso, ma anche di maltrattamenti. «Le intercettazioni - spiega il legale De Martino - non vanno lette in maniera frammentaria. Anzi, il loro contenuto dimostra che l’omicidio non fu consumato. Né tanto meno con un cuscino». Secondo la tesi difensiva, infatti, il dialogo intercettato in commissariato tra i due genitori farebbe comprendere come i due stessero solo ipotizzando in che modo sarebbe morta la figlia. Anche la frase sul cuscino andrebbe contestualizzata in modo diverso: «Il cuscino era sporco - ha proseguito il legale - perché la bimba quella notte aveva vomitato su di esso, così come sulla maglietta del padre. L’indumento fu sequestrato, ma non mi risultano accertamenti successivi». Una tesi simile, in favore dunque di una morte dovuta a problemi polmonari, era stata sostenuta anche dall’avvocato Vincenzo Calabrese, che assiste Immacolata Monti, moglie di Passariello.

Di altro avviso, invece, il pm Roberto Lenza, che addebita ad entrambi i genitori la morte della piccola. Quella sera, fu un’amica della madre, dietro suo sollecito, ad allertare il 118 e spiegare che Jolanda non respirava più. Il medico trovò sul suo corpo edemi, bruciature ed escoriazioni. Oltre ad una lesione aftosa ulcerativa in bocca, che avrebbe impedito alla piccola di deglutire. Quei segni, secondo le accuse, furono il risultato di almeno 15 giorni di maltrattamenti. Per Imma Monti fu suo marito, Giuseppe Passariello, a ridurre in quel modo la figlia. Quest’ultima, non sarebbe stata mai curata adeguatamente, se non con metodi rudimentali. La donna non avrebbe inoltre avuto la forza - sempre per l’accusa - di ribellarsi al marito, che le avrebbe impedito con minacce di portare la figlia da un medico.

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA