Chiamate un amico che vive, dico per dire, a Madrid o magari a Parigi o, se vi pare, a Londra e raccontategli la storia di Antonio, 58 anni, celibe, manager settore auto: da giovedì scorso è al reparto Rianimazione del Gemelli, in coma, prognosi riservata, probabile paralisi degli arti inferiori, grave trauma cranico.
Vi diranno: ma dai, è impossibile, un cinghiale a spasso per la città? Non ci crede nessuno. Ecco: siamo alla realtà che supera l’immaginazione perché appare difficile raccontare storie come quella capitata ad Antonio, una delle tante già iscritte nel registro delle sciagure quotidiane. Automobilisti, motociclisti attenti ai pedoni: no, attenti ai cinghiali perché sono centinaia e vanno dove vogliono, indisturbati.
Dunque, siamo al paradosso inenarrabile al tempo di oggi, in una metropoli che è anche la capitale. Quanti altri incidenti, magari con morti e feriti, ci vorranno per decidere drastiche soluzioni all’invasione degli ungulati? O forse c’è qualcuno che pensa di aver risolto il programma delle grigliate di massa in vista del Giubileo?
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