Fermiamo ora i cinghiali per evitare altre tragedie

Domenica 15 Gennaio 2023 di Paolo Graldi
Fermiamo ora i cinghiali per evitare altre tragedie

Chiamate un amico che vive, dico per dire, a Madrid o magari a Parigi o, se vi pare, a Londra e raccontategli la storia di Antonio, 58 anni, celibe, manager settore auto: da giovedì scorso è al reparto Rianimazione del Gemelli, in coma, prognosi riservata, probabile paralisi degli arti inferiori, grave trauma cranico.

Si salverà ma il prezzo, alla fine, sarà salatissimo. Vi chiederanno: beh, ma che ha fatto di male Antonio per ridursi così? Un peccato mortale, direte voi: ha incontrato sulla Cassia un improvviso ostacolo, non ha saputo o potuto evitarlo e così è rovinato sull’asfalto con le conseguenze che sapete. Quale ostacolo, vi verrà chiesto. Ebbene l’ostacolo mobile era un cinghiale di sessanta chili, un esemplare libero di pascolare dalle campagne della periferia fino a piazza di Spagna o Fontana di Trevi. 


Vi diranno: ma dai, è impossibile, un cinghiale a spasso per la città? Non ci crede nessuno. Ecco: siamo alla realtà che supera l’immaginazione perché appare difficile raccontare storie come quella capitata ad Antonio, una delle tante già iscritte nel registro delle sciagure quotidiane. Automobilisti, motociclisti attenti ai pedoni: no, attenti ai cinghiali perché sono centinaia e vanno dove vogliono, indisturbati. 


Dunque, siamo al paradosso inenarrabile al tempo di oggi, in una metropoli che è anche la capitale. Quanti altri incidenti, magari con morti e feriti, ci vorranno per decidere drastiche soluzioni all’invasione degli ungulati? O forse c’è qualcuno che pensa di aver risolto il programma delle grigliate di massa in vista del Giubileo?


graldi@hotmail.com

Ultimo aggiornamento: 01:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA