«Ero in camera da letto, con la tv accesa. Quando sono uscito dalla stanza mi sono trovato davanti il poliziotto e mi ha sparato». Da sabato mattina Tommaso Ascenzi, il 32enne scambiato in casa per un ladro da un agente, sta riprendendo conoscenza.
IL GIALLO DEL TELEFONO
A chiamare le forze dell’ordine quella sera sono stati i vicini di casa di Ascenzi, allarmati dai rumori provenienti dal suo appartamento. Hanno provato a contattarlo e, non ottenendo risposta, pensando ci fosse un ladro, hanno allertato la polizia. Anche le telefonate degli agenti sono andate a vuoto. Così come il citofono, ripetutamente suonato senza che ci fosse risposta. Elementi che sono stati poi spiegati: il 32enne ha avuto uno scatto di ira durato circa quindici minuti. Dopo essersi calmato è andato in camera da letto silenziando il telefono. Lo stesso vale per il campanello di casa, impostato con il volume a frequenze basse. «Tommaso - sottolinea il papà - non usa i social, naviga pochissimo in rete e la suoneria del cellulare è spesso silenziosa. Sono certo che sia stato chiamato più volte, ma era già a letto da diversi minuti quando i poliziotti sono entrati. Anche questi comunque - conclude - sono elementi che verranno accertati durante le indagini. Ma nulla può spiegare quello che è accaduto in quella casa, né quel colpo di pistola che ha quasi ucciso mio figlio. Una lunga catena di errori, leggerezze, che nessuno ha fermato».
Negli atti dell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma, che ha già iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di lesioni gravi, il poliziotto che ha fatto fuoco, c’è anche un file audio e video registrato all’interno della casa di Ascenzi. Sono state le telecamere di video sorveglianza, installate dallo stesso Ascenzi in via Antonimina, a riprendere l’intera sequenza.
IL FILE
Grazie al file, di oltre due ore, è possibile dunque ricostruire quanto avvenuto. A partire dai quindici minuti in cui il padrone di casa, che quella sera era solo nella sua abitazione, ha avuto uno scatto di ira durato circa quindici minuti. Quindi il blitz dei poliziotti e le conversazioni tra il 32enne e gli agenti. Attimi di confusione in cui gli agenti battono contro la porta chiusa, un rumore violento e uno dei poliziotti che grida: «Fermo! Fermo!». Poi il colpo della pistola e l’agente che intima più volte: «Sta’ giù!».
A questo punto, interviene uno dei vicini di casa che dice ai poliziotti: «È Tommaso, il padrone di casa». «Come il proprietario di casa?», replica uno degli agenti. Nell’appartamento, per alcuni secondi cala il silenzio. Poi è Ascenzi a parlare: «Che state facendo?». Il ragazzo è a terra, ferito, confuso. Gli agenti, spiegano al 32enne di essere intervenuti dopo una segnalazione: «Ci hanno detto che c’era un ladro». Spiegano di aver provato a contattarlo anche telefonicamente. Infine, la registrazione si conclude con il rapporto alla centrale del poliziotto che ha premuto il grilletto e che via radio spiega quanto appena avvenuto: «La situazione - dice - ora è tranquilla. Lui mi guardava con fare sospetto e mi è venuto addosso. Era tutto buio non vedevo, avevo la pistola in mano». Una registrazione che racconta un drammatico epilogo per Ascenzi, scambiato da un poliziotto per un ladro nel suo appartamento.