Roma, il rogo dei bus Atac, ipotesi sabotaggio

I mezzi, di vecchia generazione, erano alimentati a metano

Martedì 5 Ottobre 2021 di Alessia Marani e Giuseppe Scarpa
Roma, il rogo dei bus Atac, ipotesi sabotaggio

Ventisei autobus distrutti nel maxi rogo nel deposito Atac di Roma.

A dodici ore dalla chiusura dei seggi per la scelta del nuovo sindaco della Capitale, scoppia un nuovo e grave incendio nella città, a pochi giorni da quello avvenuto al Ponte di ferro divorato dalle fiamme la notte di sabato scorso.

Sulla vicenda la Procura, con l’aggiunto Giovanni Conzo, ha aperto un fascicolo per incendio doloso. Gli inquirenti vogliono capire se si sia trattato dell’errore di un dipendente - è al momento l’ipotesi principale - o di un cortocircuito. Inoltre stanno verificando la pista di un sabotaggio. Insomma qualcuno che avrebbe dato volontariamente alle fiamme i mezzi. Questo getterebbe ombre e timori su possibili intimidazioni nei confronti della futura amministrazione in Campidoglio. 

La vicenda

Adesso restano 26 carcasse di autobus parcheggiate nel deposito Atac e altre 3 vetture danneggiate. Dopo la combustione rimangono posteggiati gli scheletri in ferro bianchi e neri. Il resto è stato divorato dalle fiamme. Questo è ciò che resta del maxi rogo che ieri notte ha inghiottito una piccola flotta di mezzi alimentati a metano del trasporto pubblico capitolino nel deposito di Tor Sapienza, sulla Prenestina. Una flotta di «vecchia generazione», come ha precisato Atac.

Ossia mezzi con 15 anni di anzianità di servizio, destinati alla dismissione adesso che erano appena arrivati i nuovi. Vetusti come lo era il bus Iveco 4481 parcheggiato nel piazzale “R” al centro della rimessa e da cui si sarebbe sprigionata la prima scintilla intorno alle 4 del mattino. Dopo le 3, gli autobus fanno rifornimento agli stalli in fondo alla rimessa, a circa 400 metri di distanza, quindi l’operaio “manovratore” provvede, come da prassi, a sistemarli nel parcheggio dedicato in attesa dell’arrivo dell’autista e della uscita in linea.

Il 4481 era però definito un autobus «di riserva», quindi già precedentemente fermo per guasto, ma comunque riutilizzabile alla bisogna.
È in questo lasso di tempo, quello che gli addetti ai lavori chiamano della “lavorazione dei mezzi”, che è esploso l’incendio e va ricercata la prima scintilla: le valvole di sicurezza dei serbatoi del metano montati sul tettuccio dell’Iveco sono entrate in funzione, “sfiatando”, e la fuoriuscita del gas - insieme al forte vento della nottata poco prima caratterizzata dal temporale - ha fatto sì che le fiamme, come dardi infuocati, avvolgessero gli altri torpedoni disposti a ferro di cavallo con un effetto domino devastante.

Un rogo deflagrato con particolare violenza di cui, sulle prime, nessun operaio nelle officine si era accorto. A dare l’allarme è stato un autista, mentre altri hanno sfidato la sorte pur di mettere alcune delle vetture più marginali in salvo. I vigili del fuoco, accorsi con 9 squadre, hanno dovuto faticare un bel po’ per domare le fiamme. «Si sentivano esplosioni continue, abbiamo temuto di saltare tutti in aria», raccontano i testimoni.

Ieri mattina i pompieri insieme con i carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci e della Compagnia di Montesacro sono tornati a Tor Sapienza per un nuovo sopralluogo. Mentre agli atti delle indagini sono state acquisite anche le immagini dell’impianto di videosorveglianza dello stabilimento dove già prima dell’estate c’era stato un rogo che ha coinvolto quattro mezzi in un’altra ala. In quell’occasione, però, si accorsero subito delle fiamme e fu spento immediatamente. Non solo. I periti nominati dalla Procura dovranno verificare se la telecamerina installata sull’Iveco (un bus che aveva percorso almeno 700mila chilometri) e quelle posizionate sugli altri veicoli danneggiati, abbiano ripreso movimenti utili alle indagini, nel caso le memorie interne non siano andate irrimediabilmente perse.


Indagine interna

La stessa Atac ha avviato un’indagine interna sottolineando che le vetture coinvolte sono tutte «di vecchia generazione, con livelli diversi di danneggiamento». Diverse ore dopo è giunto per un sopralluogo anche uno dei candidati a sindaco della città, Roberto Gualtieri, che parla di «episodio gravissimo». «Tutte le ipotesi sono aperte ma emerge il dato dell’altissima correlazione tra questi incendi e il tasso di vetustà di questi mezzi - ha spiegato Gualtieri -. La possibilità che un impianto elettrico difettoso abbia prodotto un incendio è una delle ipotesi. Occorre accelerare la sostituzione dei bus over 10». Nel pomeriggio a Tor Sapienza è arrivato anche lo sfidante Enrico Michetti: «E’ stata un’occasione - ha detto - per confrontarmi a 360 gradi con i vertici circa il piano concordatario, la sua evoluzione e ribadire il fatto che l’azienda dovrà essere rilanciata». 
 

Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 15:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA