Roma, gambizzati a La Rustica: arrestato un pregiudicato per duplice tentato omicidio. «Una lite per lo scooter»

Le vittime avevano deciso di vendicarsi: incendi e intimidazioni dopo la sparatoria

Sabato 3 Febbraio 2024 di Alessia Marani
Gambizzati a La Rustica: arrestato un pregiudicato per duplice tentato omicidio. «Una lite per lo scooter»

«Io vengo lì pe’ parla’ e tu che fai me spari...». Non c’era un regolamento di conti per droga all’origine della gambizzazione di Emiliano Alesi e del cognato Franco Pietrantoni detto “Fracchia”, entrambi finiti al pronto soccorso del Pertini nel tardo pomeriggio del 17 giugno con frammenti di proiettili alle gambe. Ma tanto è bastato a scatenare una “guerra” a La Rustica con ritorsioni e vendette, secondo il codice non scritto della mala complice l’omertà della borgata.

Marco Marotta, classe 1977, rapinatore «professionista», arrestato ieri mattina dalla Squadra mobile perché ritenuto l’autore del duplice tentato omicidio, aprì il fuoco durante un incontro “chiarificatorio” richiesto dall’Alesi per via di un rimprovero fatto al figlio appena 15enne in motorino. Un banale affronto per cui la vittima voleva chiedere spiegazioni se non scuse. Ma alle parole si è sostituito subito il piombo, una reazione spropositata. «Io vengo lì pe’ parla’ e tu che fai me spari...», ricostruisce il raid il padre di Alesi intercettato al telefono dagli agenti della Sezione Crimine Organizzato e aggiunge: «Perché c’ha paura...».

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LA LATITANZA

La stessa paura che avrebbe indotto Marotta e il suo amico G. B., anche lui presente all’appuntamento in pieno giorno in largo Corelli e indagato per lo stesso reato, a lasciare Roma e il quartiere, non per sottrarsi alla legge quanto per sfuggire alla vendetta. Sia Alesi che Fracchia (quest’ultimo raggiunto da almeno tre proiettili, rischiò la vita), infatti, non hanno mai collaborato con le forze dell’ordine anzi: Alesi tentò di depistare le indagini, parlando sì di una discussione per il motorino avuta dal figlio il giorno prima, ma con un gruppo di egiziani ubriachi tentando di concentrare le attenzioni degli investigatori sul fantomatico gruppo di stranieri. 

LE RITORSIONI

E le ritorsioni nei confronti di Marotta e del sodale non si sono fatte attendere. Il 22 giugno un ordigno rudimentale esplode davanti al bar “Caiman” riconducibile alla fidanzata di G. B. e l’auto di un suo amico parcheggiata non distante dal locale viene data alle fiamme. Dopo un mese, il 23 luglio, altro attentato incendiario allo stesso esercizio (in passato chiuso dal Questore per spaccio di droga), idem il 22 settembre scorso. Tracce indicano un passaggio di Marotta nella provincia reatina, mentre il padre di Alesi, gonfio di rabbia parlando con un amico, racconta che a fronte dei 15 anni che l’autore dell’aggressione al figlio sostiene di avere scontato («Io pe’ n’omicidio ho fatto 15 anni di carcere, gli ha detto»), lui stesso è disposto a subirne 20 per un fatto del genere («io me ne faccio 20 per una cosa del genere»), aggiungendo a proposito sempre di Marotta «.. è sparito.. perché Emiliano è pronto oh..», stigmatizzando che il tentato omicidio sia avvenuto davanti al nipote: «Ce stava un ragazzino...». 

IL CONTESTO

La reazione alla discussione per il motorino, appunto, è stata spropositata. Ma a La Rustica tutti pensano a farsi giustizia da sé, né alcuno dei numerosi testimoni del fattaccio, avvenuto in una zona centrale della borgata e in pieno giorno, è disposto ad aiutare gli inquirenti. Sia Emiliano Alesi che il cognato, entrambi cinquantenni, hanno precedenti per stupefacenti. Alesi era stato arrestato nel maggio del 2021 insieme al ras di borgata, il “Bestione” Daniele Carlomosti, coinvolto in un traffico di cocaina e hashish diretto alle piazze di spaccio della Rustica, del Collatino e di Acilia, con l’appoggio di narcos pugliesi. Alesi non aveva ruoli apicali ma figurava come acquirente di 1 kg di stupefacente. Di Carlomosti e i suoi, Massimo Carminati diceva, intercettato nell’operazione Mondo di mezzo: «Quelli sono brutti forte». Se facevano paura al “Cecato”, figuriamoci i residenti della borgata a est della Capitale. La compagna di Marotta furiosa perché non può tornate a casa per colpa sua, il 23 agosto lo chiama: «Sei stato te a spara’.. Lo sa tutta ‘a Rustica». Nessuno però parla o si ribella. Nemmeno se a muoversi sono personaggi considerati di second’ordine. E basta una banale lite con un adolescente per fare premere il grilletto dell’ennesima arma troppo facile da rinvenire al mercato nero. Le indagini della Squadra mobile continuano. Il caso non è ancora chiuso.

Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 12:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA