Bochicchio, vip beffati: le inchieste si chiudono e nessuno riavrà i soldi. La moglie rinuncia all'eredità

Chiesta l’archiviazione per la moglie e il fratello: erano accusati di riciclaggio

Sabato 18 Marzo 2023 di Valeria Di Corrado
Bochicchio, vip beffati: le inchieste si chiudono e nessuno riavrà i soldi. La moglie rinuncia all'eredità

Possono mettere una pietra tombale sulla speranza di riavere i propri risparmi, i clienti (più o meno vip) del broker romano Massimo Bochicchio, rimasto ucciso in un incidente stradale lo scorso 19 giugno alla periferia nord della Capitale. Dopo che il 5 ottobre i giudici della VII sezione collegiale del Tribunale di Roma hanno dichiarato estinto «per morte del reo» il processo, che vedeva imputato il 56enne con l’accusa di esercizio abusivo della professione di investitore e riciclaggio e 38 parti civili costituite alle quali doveva 70 milioni di euro, ora la Procura capitolina ha chiesto l’archiviazione anche dell’inchiesta per truffa, che, oltre a Bochicchio, vedeva indagati per riciclaggio la moglie Arianna Iacomelli e il fratello Tommaso Bochicchio. 
In base alle segnalazioni per operazioni sospette e agli accertamenti bancari disposti dalla Guardia di Finanza, era emerso infatti che gran parte delle somme investite dai risparmiatori non è stata impiegata nella sottoscrizione di strumenti finanziari, ma dirottata dai conti delle sue società Kam e Tiber Capital a quelli personali del socio Sebastiano Zampa, di Luca De Lucia (cugino del broker trovato senza vita nella sua casa di Londra nell’ottobre del 2019) e dello stesso Bochicchio.

Poi da quest’ultimo «movimentate a favore della moglie e del fratello Tommaso e impiegate per spese personali». Dal 7 gennaio 2014 al 20 ottobre 2020, «l’estratto conto delle carte di credito registra un totale di spese per 1.715.796 euro con causali varie», tra cui l’elegante tenuta di Borgo Egnazia a Fasano e il negozio di Chanel a Roma. Tanti i bonifici sospetti con causale: «acquisto collier, scuola sci, viaggi vari». Proprio per questo l’ex miss Italia Iacomelli e Tommaso Bochicchio (difesi dagli avvocati Gianluca Tognozzi e David Leggi) erano stati indagati per riciclaggio. Ma ora il pm Alessandro Di Taranto ne ha chiesto l’archiviazione, non essendo stato possibile accertare il reato presupposto della truffa, a causa del decesso del broker.

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A questo punto potrebbe essere accolta la richiesta di dissequestro presentata dalla moglie dei 500 mila euro che erano depositati sul suo conto corrente e del contenuto di una cassetta di sicurezza che dovrebbe contenere due orologi Omega con le iniziali dei figli, due coppie di gemelli, alcune monete d’oro e delle sterline.

CLIENTI BEFFATI

Oltre alla via penale, finita su un binario morto, ai clienti truffati da Bochicchio è stata preclusa anche la possibilità di rivalersi in sede civile sulla moglie, in quanto quest’ultima ha rinunciato all’eredità. Così non potrà vedere aggredito il suo patrimonio dai creditori del marito. Tra questi ci sono - solo per citarne alcuni - i calciatori Stephan El Shaarawy ed Evra, l’allenatore Antonio Conte, il procuratore sportivo Federico Pastorello, la scrittrice Barbara Prampolini, l’ambasciatore Raffaele Trombetta e il fisioterapista Massimiliano Mariani.
Erano tanti i trucchi usati dal broker per ingannarli: contraffaceva le sottoscrizioni, paventava ricavi del 20% grazie a un «esaltato algoritmo proprietario», rimandava in continuazione la scadenza per restituire i loro capitali, diceva ai magistrati che stava interrogando la piattaforma “Interactive Broker” per recuperare gli investimenti e invece non lo faceva. Aveva organizzato un incontro con un cliente addirittura nella sede di Londra del colosso bancario Hsbc, pur essendo stato licenziato, e ne aveva usato la carta intestata per rendere credibile il fatto che la sua società Kidman (in cui erano stati investiti almeno 600 milioni di euro, ma aveva un capitale sociale da una sterlina) fosse partecipata dalla Hsbc. Conte gli aveva affidato 24 milioni senza vedersi restituire manco un euro. Il broker, a marzo 2020, manda una mail alla quale allega il file immagine del bonifico di 18,9 milioni a favore dell’ex allenatore dell’Inter. Ma, secondo i finanzieri, «è da ritenersi falso perché mai accreditato».

 

IL MISTERO DELLA MORTE

Resta invece ancora aperta l’indagine sulle cause della morte di Bochicchio. L’ipotesi di reato è istigazione al suicidio: si cercano eventuali tracce di minacce o intimidazioni che possano avere spinto l’uomo a togliersi la vita. Tuttavia, il perito nominato dal pm per analizzare il contenuto del telefono e del computer del broker, è deceduto anche lui (per cause naturali). Ora gli accertamenti tecnici verranno ultimati dai finanzieri del Nucleo di polizia valutaria. L’esame autoptico, comunque, ha chiarito che il 56enne è morto per i traumi causati dal violentissimo impatto contro la parete del muro di cinta dell’aeroporto dell’Urbe di Roma, su cui si è schiantato mentre era in sella alla sua Bmw nell’ora di libertà che gli era concessa (stando agli arresti domiciliari). Molto probabilmente a fargli perdere il controllo della moto è stato un malore. 

Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 12:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA