Bolle trionfa a Caracalla tra virtuosismi e “duelli” pop: a sorpresa un duetto con la batteria

Mercoledì 13 Luglio 2022 di Simona Antonucci
Roberto Bolle con Fumi Kaneko

L’inizio è alla sbarra: Tre Preludi di Rachmaninov al pianoforte, luci sul rigore, plié, relevé, grand battement. Perché è da lì, alla sbarra della scuola della Scala di Milano, che comincia una carriera fulminante. La fine è da rock star, tra fumi, fulmini laser, rullare di gran casse e tamburi che scuotono i corpi senza più disciplina. Nel mezzo (quasi due ore di spettacolo, accompagnate da entusiasmo), tutte le sfumature del movimento e del «mio modo di essere artista», dice Roberto Bolle che ieri tra applausi e telefonini infiammati come accendini ha conquistato la sua arena: le Terme di Caracalla, dove da più di dieci anni è protagonista assoluto di uno degli eventi clou della stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma, Roberto Bolle and Friends, gala che raccoglie talenti del panorama internazionale, impegnati in un programma di cui firma anche la regia.

E migliaia di fan: il presidente del Senato Elisabetta Casellati, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il direttore generale Musei del ministero della Cultura Massimo Osanna e il segretario generale del Mic Salvatore Nastasi, l’ad Rai Carlo Fuortes insieme con la presidente Marinella Soldi, l’ambasciatore di Francia Christian Masset, e poi ragazzi delle scuole di danza, signore in trasferta, gli innamorati di sempre.

IL REPERTORIO

A 47 anni, l’étoile torinese, attraversa il repertorio accademico, si butta in nuove avventure contemporanee, gioca con il pop e si conferma ancora una volta il “gladiatore della danza”. È stato lui nel 2012 a riportare il balletto all’Arena di Verona, dove mancava da almeno vent’anni. È stato lui a ipnotizzare su Rai1, ogni Capodanno, quattro milioni di telespettatori, dimostrando che parlare di Lago dei Cigni o di foxtrot non è una follia, ma un’operazione di successo. Ed è stato sempre lui che alla Camera ha fotografato la drammatica situazione in cui versa il sistema coreutico nel nostro Paese lanciando un j’accuse contro le istituzioni. Un’autorevolezza guadagnata passo dopo passo (fu Rudolf Nureyev a notarlo quando aveva soli 14 anni) e una passione che si fa sempre più consapevole («la danza non ha stravolto la mia vita, mi ha fatto solo bene. E non continuo a danzare per abitudine») che il pubblico gli riconosce durante ogni serata del suo tour, iniziato con otto date nella sua città di adozione, Milano, al Teatro degli Arcimboldi, dal 18 al 26 giugno. E poi Roma, Firenze il 16 luglio in Piazza della SS. Annunziata, il 20 all’Arena di Verona, più due nuove tappe: il 27 luglio Genova, presso i Parchi di Nervi, e il 29 al Teatro Antico di Taormina.

IL FORMAT

Ieri si è ripreso Roma, con uno spettacolo che è tornato al format tradizionale, dopo tutti i problemi del distanziamento, che abbraccia classico e contemporaneo (e la sorpresa rock accompagnata dalla batteria) con una compagnia di professionisti da tutto il mondo: Fumi Kaneko (che lo ha accompagnato nei Tre Preludi iniziali di Rachmaninov), Melissa Hamilton (sua partner in Caravaggio e Penumbra, al suo fianco anche in tv), Anna Ol (Esmeralda nella virtuosistica coreografia di Petita, con Young Guy Choi), Adeline Pastor e Osiel Gouneo (“acrobati” prestati all’arte in Don Chisciotte), Madoka Sugai e Daniil Simkin (interpreti eccellenti del Grand Pas Classique) Vadim Muntagirov che nel Lago dei Cigni ha consegnato alle musiche di Tchaikovsky grazia e potenza.

CARAVAGGIO

Bolle si è ritagliato per sé le coreografie che meglio potessero evidenziare tutte le sue capacità. È entrato, scaldando la platea, con i Tre Preludi, un brano pensato per metter alla prova le doti tecniche, ed è tornato con Caravaggio, tutto giocato sulle luci calde, che in diagonale battono su corpi a nudo, quasi a voler regalare movimento ai capolavori dell’artista. Quindi con In Your Black Eyes, l’omaggio sentito, intimo e struggente, a Ezio Bosso: tutto in nero, con una camicia trasparente in organza, ha restituito al brano l’urgenza e la fame di vita di un uomo che di vita non ne aveva più tanta. Flash, “bravo” anche per l’interpretazione di Penombra. E poi il gran finale, dove si presenta in scena con le mani fasciate, come un pugile, pronto al ring, al Duel, con la batteria. Un percorso netto da “Étoile dei Due Mondi”, non solo per le “stelle” dalla Scala di Milano e dall’American Ballet, ma per saper conquistare i “ballettomani” e i ballerini “della porta accanto” e dar vita a una notte magica che ha fatto danzare tutti. Terme di Caracalla. Repliche oggi e domani, ore 21 

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