Di sera, nella città silenziosa, fra le strade spopolate - quelle strade dove un tempo c’erano auto ingorgate, bancarelle accampate e pedoni assembrati - lo sguardo cade su un cartello. Un segnale di pericolo, un triangolo rosso e al centro la silhouette di un capriolo che sta per spiccare un salto. Sarebbe un cartello come un altro, se ci trovassimo in mezzo ai boschi degli Appennini. Ma siamo a Roma, in via di Vigna Stelluti, circondati da palazzine anni Sessanta, e la sensazione di essere finiti in un episodio di “Black Mirror” si fa sempre più forte. Invece quel cartello - che per il codice della strada significa: “attenzione animali selvatici vaganti” - nella Roma di oggi ci sta tutto.
Nella Capitale d’Italia gli animali selvatici ormai non sono più ospiti occasionali, ma nostri vicini di casa.
pietro.piovani@ilmessaggero.it