Tutti a scuola con la mascherina (sacrosanta), in aula distanziati, a mensa a due metri di distanza. È vietato giocare a ricreazione troppo vicini. Baci e abbracci? Sono banditi. Giustissimo. Ma una volta suonata la campanella, quando gli studenti (quelli che sono già tornati in classe) sono fuori da scuola, che succede?
Nei parchi o nei bar più frequentati dalla movida di regole che ne sono davvero poche. La mascherina rimane dentro lo zaino, i bimbi giocano a rincorrersi, usano scivoli e altalene comuni, le mamme chiacchierano sui muretti, c’è già chi ha ricominciato le attività sportive e i centri pullulano di orde di bambinetti scalmanati (e senza mascherina).
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Ma è all’ora dell’aperitivo che il controsenso appare ancora più evidente: tra i tavoli distanziati, mentre nella maggior parte dei locali vengono chiesti i nomi ai clienti, i giovani sorseggiano allegramente spritz in piedi accalcati.
Da Ponte Milvio a Trastevere, la movida non si lascia spaventare: come se il Covid esistesse solo nelle aule. Le scuole si raccomandano di «mantenere uno stile di vita adeguato anche fuori dalle scuole». Ma gli studenti- stavolta - andrebbero davvero bocciati.
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