Ballottaggio Roma, leader nazionali in campo e caccia agli astensionisti: lo sprint per il Campidoglio

Martedì 12 Ottobre 2021 di Mario Ajello
Ballottaggio Roma, leader nazionali in campo e caccia agli astensionisti: lo sprint per il Campidoglio

Il faccia a faccia finale, o quasi, tra Michetti e Gualtieri. E’ quello di stasera a Porta a Porta, e domani altro match a due a Sky e a seguire quello di venerdì alla TagR. Tre appuntamenti clou e tre punti da conquistare per il candidato del Pd che insegue, ma molto da vicino, l’aspirante sindaco del centrodestra. Giorni intensissimi, questi, in attesa del ballottaggio per il Campidoglio.

Il vero confronto su Roma, ma non c’erano ovviamente soltanto Michetti e Gualtieri, è quello che s’è svolto prima del primo turno al Messaggero e si sono assolutamente privilegiati i contenuti programmatici dei quattro candidati in gara. Adesso la fase è diversa, e sarà molto più politico il faccia a faccia di stasera. 

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Il salotto di Bruno Vespa è un luogo che Michetti considera «veramente neutro» e che ha privilegiato rispetto ad altri spazi televisivi. Per Gualtieri ogni campo di gioco va bene e la tripla partita - andata stasera, ritorno domani e bella dopodomani - in vista del voto di domenica e lunedì prevede due schemi di gioco già decisi dagli sfidanti. Se Gualtieri adotterà la postura di sempre - quella del professionista di governo, della competenza pacata che dovrebbe servire a rianimare una Capitale in affanno - Michetti, che lo precede di tre punti, per conquistarne molti altri ha deciso di sfoggiare un piglio più aggressivo rispetto al solito. 

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LE TATTICHE
«Dobbiamo conquistare i tanti astensionisti, portare ai seggi più gente possibile», dice Michetti: «E occorre perciò parlare chiaro, anche in maniera ruvida su come la sinistra non ha fatto il bene di Roma». Format aggressivo, appunto. «Siamo tutt’altro che spaventati e non vediamo l’ora di fare il triplete in questo confronti tivvù», ribattono dal fronte Gualtieri. Che si fa forte tra l’altro, ma chissà quanto vale, dell’endorsement di Conte. I dem sono sicuri che gran parte dell’elettorato della Raggi e di Calenda tornerà alle urne per Gualtieri. Il centrodestra punta invece sugli astensionisti da rimotivare, e la caccia al loro voto è ciò che sta muovendo Salvini, Meloni e Tajani nella campagna su Roma di questi ultimi giorni: una vera e propria caccia al consensi degli apatici, degli indecisi e di chi prova rabbia o disgusto per la politica ma può essere ancora raggiungibile all’ultimo momento e magari per l’ultima volta. 

Anche i leader dem sono ingaggiatissimi nella partita romana. E in attesa del palcoscenico di Piazza del Popolo - dove al tempo della vittoria di Veltroni sindaco risuonò il famoso motivo di Lucio Dalla: «E’ la sera dei miracoli / fai attenzione / Qualcuno nei vicoli di Roma ha scritto una canzone» - ieri sera a Testaccio il segretario Letta, che lì abita, ha fatto il comizio insieme a Gualtieri e alla candidata al primo municipio Lorenza Bonaccorsi. «Lunedì sera avremo Gualtieri sindaco», assicura il segretario del Nazareno. 
Michetti ieri ha incontrato ancora una volta alcune associazioni professionali - «Sono determinato a vincere», ripete a tutti - e venerdì chiuderà la campagna elettorale non in periferia, come si era pensato vista la caccia agli astensionisti che vivono molti in quelle zone, ma a Piazza Campo de’Fiori. 

AL TEMPIO
Stamane, i tre leader del centrodestra con Michetti saranno al Tempio di Adriano. Il messaggio di Salvini, Meloni e Tajani sarà agli astensionisti: «C’è bisogno che tutti vadano a votare, la sinistra sa solo delegittimare e non governare, perciò va fermata». Chiara allusione allo scontro politico in atto sul caso Forza Nuova, su cui Salvini e Meloni anche ieri - nell’esibizione a tre per il ballottaggio di Trieste - mostrano un misto di ansia ma anche di speranza: «Se la sinistra neo-resistenziale nella manifestazione di Piazza San Giovanni sabato non farà che ripetere il grido fermiamo i fascisti, ci fa un favore: perché parla di fantasmi invece che dei problemi di Roma che sono quelli che interessano i romani»: così dicono nel Carroccio. Ma la vera manifestazione per vincere il ballottaggio non è quella dello slogan «Ora e sempre Resistenza» che verrà gridato sabato, giornata del presunto silenzio elettorale ormai considerato un’anticaglia, bensì quella di Piazza del Popolo venerdì con Gualtieri protagonista e Letta e Zingaretti guest star, e gli interventi - per lo più videoregistrati - dei sindaci del centrosinistra che hanno appena vinto nelle loro città: Sala, Manfredi, Lepore. 

Il big match è comunque Roma. E c’è una certa agitazione nel centrodestra per la conferenza stampa al Tempio di Adriano. Perché quella di ieri a Trieste s’è rivelata un «plotone di esecuzione» - così la definiscono alcuni dei partecipanti - a colpi di domande su Forza Nuova. Al punto che Salvini, stizzito, se n’è andato: «Basta parlare solo di fascismo». E ancora: «Noi vogliamo parlare delle città e delle cose concrete e i media invece vogliono solo dividerci e speculare su temi che non c’entrano nulla con il voto». Commento della Meloni: «Matteo ha proprio ragione». 

E così, oggi, per sottrarsi al fuoco delle polemiche i tre leader hanno deciso di adottare questo atteggiamento: «Roma, Roma, Roma, si parla solo di Roma». Non sarà facile, ma cercheranno di restare freddi e calmi. Poi partiranno per Latina, dove sostengono Zaccheo contro Coletta in un ballottaggio che, anche lì, è aperto e combattuto.
 

Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 12:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA