Ballottaggio Roma, Michetti: «Riparto dagli astenuti». Gualtieri: «Rilancerò la Capitale»

L'avvocato: «Io l’unico in grado di scrivere le delibere». L'ex ministro: «Niente apparentamenti ma chiamerò Conte»

Lunedì 4 Ottobre 2021 di Francesco Pacifico e Lorenzo De Cicco
Michetti: «Riparto dagli astenuti». Gualtieri: «Rilancerò la Capitale»

IL CENTRODESTRA «Perché dovremmo cambiare squadra, se siamo i migliori? Siamo noi a essere in testa. I romani si sono già espressi: il nostro programma è stato dichiarato il migliore». Con una battuta Enrico Michetti prova a esorcizzare l’incognita più grande sulla strada per diventare sindaco di Roma: i giornalisti gli chiedono come recupererà i voti centristi, dei moderati, finiti a Carlo Calenda nel suo bottino del 18 per cento. E magari come troverà un accordo con il leader di Azione, come gli ha consigliato Vittorio Sgarbi. «Io - spiega l’avvocato-tribuno - devo rivolgermi a tutti i cittadini di Roma, perché credo che nessuno sia proprietario dei consensi degli elettori». Anzi, per lui l’avversario da battere - più di Roberto Gualtieri, più delle resistenze del leader di Azione a indirizzargli i suoi voti - «è l’altissima astensione».

Nella Capitale ha votato il 48,8 per cento degli aventi diritto. Un terzo in meno nelle periferie dove lo stesso Michetti e gli altri sfidanti per la corsa al Campidoglio hanno concentrato la loro campagna elettorale. «Intanto lì si è votato poco ma si è votato bene - sottolineando che in molti Municipi lui ha preso più voti degli altri - Ma quando c’è un’astensione così alta, significa che le persone devono essere coccolate di più, bisogna andare di più dalla gente, parlarci».

 

L’ARRIVO 

 

Mancano 5 minuti alle 20 di ieri, quando Enrico Michetti si palesa al suo comitato elettorale nei pressi della Cristoforo Colombo, Roma Sud. In quel momento le proiezioni danno il candidato del centrodestra tra il 28 e il 32 per cento. Aspetta una mezz’ora prima di parlare con i giornalisti - in quel momento è in corso la conferenza stampa di Giorgia Meloni - quindi entra in sala fasciato in un completo blu avion e trionfante ostenta i pollici come Fonzie di Happy days. «Buonasera a tutti, io penso che in due mesi, con tra l’altro agosto di mezzo, abbiamo fatto una campagna elettorale straordinaria: ringrazio veramente tutti, anche perché siamo riusciti a raggiungere tutti i territori». Il suo giudizio? «Il tempo era poco, però il dato è significativo». Per la cronaca, verso le 22, la quarta proiezione lo dà sopra al 30 per cento.

Michetti non ha perso l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Coalizione non sempre soddisfatta delle sue uscite in campagna elettore? «Io l’ho unito il centrodestra!». Virginia Raggi dice «mai con la destra»? «Io sono contro le discriminazioni». Le accuse degli altri candidati su vaccini e comizi saltati: «Ho fatto una campagna elettorale senza un insulto, anzi, dinanzi agli insulti ripagavamo con una carica d’affetto. Io ho rispettato tutti i colleghi anche quando loro non mi hanno rispettato. Anzi mi complimento per il loro impegno». Poi guarda il futuro e sembra già indirizzato verso la campagna del ballottaggio. Quella dove contano più i candidati che i partiti. Il suo primo obiettivo è Roberto Gualtieri. Non lo nomina, ma fa capire che lui, amministrativista chiamato da migliaia di primi cittadini di destra e sinistra per risolvere le loro grane, è il migliore possibile proprio perché a Roma serve «un sindaco che sa scrivere e leggere le delibere e non è ostaggio dei capi di gabinetto. La mia prima attenzione sarà rivolta alla macchina, perché la burocrazia la governi solo se conosci». Tanto da annunciare «l’apertura di un sportello di Roma Capitale al ministero delle Infrastrutture per sbloccare le pratiche ferme». Secondo l’avvocato, «di questo tema non si è parlato in campagna elettorale. Anzi, in campagna elettorale non si è parlato di programmi, perché eravamo impegnati a rispondere di argomenti di politica nazionale». Qualcosa in più si capirà oggi alle 12, quando incontrerà la stampa con Giorgia Meloni, ma Michetti ha confermato di continuare a guardare alle periferie. «Continueremo a girare per le piazze, andremo dove si è respirato la delusione di anni a causa di amministrazioni che non li ha soddisfatti. Noi in periferia vogliamo portare un assessorato, l’innovazione digitale, le imprese e il lavoro. Roma ha bisogno di una grande pacificazione».

 

Il centrosinistra con Gualtieri

IL CENTROSINISTRA  Via di Portonaccio, semi-periferia di Roma Est. Il comitato elettorale di Roberto Gualtieri è in una discoteca, le casse sparano Tommaso Paradiso, un benaugurante «i nostri anni». L’attesa dei risultati è (quasi) un pomeriggio al miele, nel quartier generale dem. I sorrisi si smorzano solo per un quarto d’ora, poco dopo le 16, quando il maxi-schermo mostra l’unica proiezione che mette in dubbio l’approdo al ballottaggio del candidato del centrosinistra. Su La7 per un attimo Gualtieri è alla pari con Virginia Raggi, tra il 21 e il 25%. Gelo. Ma dura poco, le proiezioni si allineano, il secondo turno per il Pd è in cassaforte. E i voti veri che arrivano dai seggi, con l’intoppo di WhatsApp fuori uso per ore, confermano il trend. Alle 8, in tempo per i tg, l’ex ministro dell’Economia si materializza in sala stampa, partono i coretti di militanti e staff, già lo chiamano «sindaco». Lui non smorza gli entusiasmi, anzi. Rilancia: «Siamo molto soddisfatti - dice sul palco - Il ballottaggio? Siamo ottimisti. Affronteremo queste ultime due settimane di campagna elettorale con umiltà e impegno. Siamo convinti che Roma può rinascere, può essere governata in modo efficiente, non solo per avere una buona amministrazione ma anche per svolgere un ruolo di punta tra le capitali europee».


Davanti a telecamere e taccuini Gualtieri conferma che il Pd non farà apparentamenti. Né con Calenda, né con Raggi. «Ma chiamerò Conte», confida ai suoi. Il rapporto col presidente dei 5 Stelle è una delle fiche da giocare sul tavolo del ballottaggio. Hanno governato insieme nei mesi difficili della pandemia, l’ex premier lo ha definito «un buon ministro» perfino nei comizi accanto alla sindaca uscente. Lo ha ribadito anche ieri: «Abbiamo lavorato bene insieme». Gualtieri ci spera. I cronisti gli chiedono se lo incontrerà. Risposta: «Se il tema è Roma parlo con tutti». Nelle pieghe del discorso post-elettorale di Conte, il candidato del Pd intravede un’apertura: «Ha detto che esclude la destra». Anche se, «apparentamenti tecnici non ci saranno, peraltro nessuno li ha chiesti».  A Raggi e Calenda, l’ex ministro dell’Economia concede l’onore delle armi. Il tono, rispetto ai giorni più ruvidi della campagna elettorale, è un altro: «Sono due candidati forti che hanno personalità. Ora affrontiamo questa fase diversa in cui bisogna scegliere, con grande rispetto nei confronti degli elettori». E a proposito di elettori: nel comitato di Gualtieri sono convinti (o almeno ci sperano) che le suppletive della Camera nel collegio ostico di Primavalle, dove si è votato insieme alle comunali, siano state una prova generale del ballottaggio. Un test per capire i flussi dei voti tra gli schieramenti.
 

IL “TEST” DI PRIMAVALLE

«Sulla scheda della Camera il M5S non c’era, così come non c’era un candidato di Calenda. La sfida era solo con la destra. E abbiamo vinto con 7 punti di scarto, anche se tradizionalmente non era un nostro fortino», ragionano i dem. Gualtieri lo sa. Ieri sul palco ha chiamato proprio il deputato appena eletto, Andrea Casu. «Il successo di Primavalle, un seggio considerato perso e che invece abbiamo vinto, ci fa ben sperare per il secondo turno». A via di Portonaccio in tarda serata arriva il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Abbracci. Enrico Letta chiama da Siena. Si fanno i complimenti. «Questo risultato rafforza il governo Draghi», dice Gualtieri. Ma la partita del segretario dem in Toscana è chiusa, quella di Roma no. Restano quattordici giorni, a caccia degli elettori di Calenda e Raggi. E di chi è rimasto a casa. «Saranno due settimane cruciali per Roma, per farla rinascere. Parleremo a tutti gli elettori - promette il candidato del Pd - chiameremo a raccolta le forze migliori. Roma ha bisogno di un sindaco forte». 

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 13:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA